Il Nas carabinieri di Roma ha arrestato un medico della Capitale che rilasciava certificazioni verdi a persone non vaccinate. «Predisponeva false certificazioni attestanti vaccinazioni anti Sars-Covid-19 in realtà mai avvenute, provvedendo all’inserimento nel sistema informatico della Regione Lazio dei relativi dati che, sebbene falsi, hanno permesso ai 13 pazienti di ottenere il rilascio del Green Pass», spiega in una nota il Nas. Tra le persone denunciate per aver ricevuto in questo modo il lasciapassare sanitario c’è anche Pippo Franco, che in tempo di pandemia ha fatto diverse dichiarazioni no vax.

Pippo Franco, il Green Pass sequestrato a novembre
Alessandro Alveni, fermato dai carabinieri, è un odontoiatra e medico di base, con studio a Colli Albani. Accusato di falsità ideologica in atti e documenti informatici pubblici, si trova adesso agli arresti domiciliari. Il medico fermato oggi nella Capitale era indagato da novembre dalla Procura di Roma per aver certificato falsi Green Pass, all’epoca nove, tra cui quello di Pippo Franco. In quell’occasione al comico era stato sequestrato il certificato verde. «Ho fatto due dosi di vaccino e posso dimostrarlo», aveva detto Franco, sostenendo di essere stato incastrato ingiustamente da alcune affermazioni fatte al telefono da altri indagati. Il difensore del comico aveva poi ai giudici del Riesame un test sierologico, per allontanare ogni responsabilità dall’accusa. Secondo i pm, il medico aveva a disposizione 120 dosi di vaccino al massimo, ma era arrivato a rilasciare 156 certificati di avvenuta vaccinazione.

Pippo Franco, l’avvocato: «Ha tre dosi di vaccino»
«Il mio assistito ha regolare Green Pass e ha effettuato anche la terza dose. Siamo ancora in attesa della decisione del Riesame dopo l’istanza di dissequestro della certificazione», ha dichiarato il difensore di Pippo Franco, l’avvocato Benedetto Giovanni Stranieri, dopo la notizia dei domiciliari per il medico. «È stato coinvolto in questa vicenda per telefonate intercorse tra altre persone». Dalle indagini condotte dai carabinieri del Nas, coordinati dalla Procura, è emerso tra l’altro che alcuni pazienti falsamente vaccinati, nel giorno della presunta somministrazione, si trovavano in realtà a centinaia di chilometri da Roma.