Dalla Fondazione Gimbe, che già lo scorso 30 dicembre aveva parlato dei rischi dovuti al forte aumento di contagi da Covid, arriva un nuovo allarme. Il presidente Nino Cartabellotta torna a parlare della crescita dei casi in Italia e attacca il Governo sulle misure fin qui messe in campo per contrastare l’avanzata del virus. «Con questo tasso di crescita», ha dichiarato, «rischiamo comunque di intasare gli ospedali perché si può arrivare a 2 milioni di positivi». La Fondazione, quindi, fa suonare un nuovo campanello d’allarme e tenta di spronare lo Stato a nuove misure per rallentare la pandemia.
Covid, Cartabellotta: «Le misure del governo pannicelli caldi»
«Le misure messe in campo finora dal governo sono una sommatoria di pannicelli caldi che non riescono a rallentare la circolazione del virus». Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, non le manda a dire e attacca direttamente i rappresentanti dello Stato. Sebbene il forte incremento di casi Covid non coincida, ad oggi, con una risalita dei ricoveri, preoccupa il tasso di crescita che potrebbe comunque «intasare gli ospedali perché si può arrivare a 2 milioni di positivi».

Covid, per Cartabellotta la soluzione è lo smart working
Secondo il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, c’è solo un modo per rallentare il virus. «Vediamo che cosa verrà fuori dal prossimo consiglio dei ministri», ha detto durante il suo intervento nella trasmissione L’Italia s’è desta, «ma bisogna limitare i contatti sociali, magari incrementando lo smart working». Le denunce da parte della fondazione si susseguono ormai da tempo, frutto dei rapporti che vengono analizzati, stilati e diffusi settimanalmente. Preoccupa la variante Omicron, più contagiosa delle precedenti, sebbene meno rischiosa secondo alcuni studi a livello globale. «Abbiamo una quantità enorme di casi mai vista, tanto che molti hanno definito la Omicron come il virus più contagioso della storia e i numeri che stiamo vedendo la dicono chiaro in questo senso». Cartabellotta è sicuro: serve lo smart working per limitare i contatti, perché «abbiamo in media mobile circa 100mila casi al giorno».
