Covid, Gimbe e l’aumento dei contagi: «+55 per cento, rischiamo lockdown di fatto»

Redazione
07/07/2022

Il presidente Cartabellotta parla del rischio di chiusure «di fatto» e la parola lockdown torna a correre sui social. Intanto i contagi aumentano, così come i ricoverati.

Covid, Gimbe e l’aumento dei contagi: «+55 per cento, rischiamo lockdown di fatto»

Una sola parola, estrapolata dal discorso del presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, è diventata subito virale: lockdown. Lo spettro di nuove chiusure si fa sempre più chiaro a causa del netto incremento dei contagi Covid delle ultime settimane. La risalita della curva è evidenziata anche dal report settimanale della stessa fondazione, che ha pubblicato i dati relativi al periodo compreso tra il 29 giugno e il 5 luglio. L’aumento, rispetto alla settimana precedente, è stato del 55 per cento, con contagi in crescita in tutte le Regioni e ben 38 province ad avere oltre mille positivi ogni 100.000 abitanti. E tutto questo proprio mentre il Sistema Sanitario Nazionale stava smantellando hub e aree dedicate.

I dati della Fondazione Gimbe 

Nella settimana in esame ci sono stati 595.349 nuovi positivi, con il Covid a colpire il 55 per cento in più dei precedenti sette giorni. Aumentano anche i tamponi totali, passati da 1,6 milioni a 2,1 milioni, con un incremento del 33 per cento. Preoccupano maggiormente le percentuali relative alle ospedalizzazioni, con un +32,6 per cento di ricoverati in area medica e +36,3 nelle terapie intensive. Il tasso di occupazione in area medica, a livello nazionale, supera il 10 per cento, fermandosi al 12,5. Più cauta quella in area critica, che si attesta al 3,5 per cento.

Covid, Gimbe e l'aumento dei contagi: «+55 per cento, rischiamo lockdown di fatto». La denuncia della Fondazione dopo i dati settimanali
Aumentano i ricoverati sia in area medica sia in terapia intensiva (Getty)

Cartabellotta e il «lockdown di fatto» 

E così si torna a parlare anche di nuove chiusure. Il commento del presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, è stato chiaro. La sua analisi parte dai dati settimanali: «L’aumento dei nuovi casi per la terza settimana consecutiva supera il 50%, con un tempo di raddoppio di 10 giorni». Parla di quella che definisce una «crescita esponenziale che non contabilizza il sommerso dei casi non dichiarati», attaccando soprattutto le quarte dosi, ferme «al palo e con grande differenze regionali nelle coperture». Ed è qui che torna la parola lockdown, che ha scatenato reazioni su tutti i social: «Un’alta percentuale di popolazione sintomatica o isolata rischia di determinare un “lockdown di fatto” su vari servizi, inclusi quelli turistici».

Cartabellotta: «Vero azzardo rimandare quarte dosi»

Proprio sulle quarte dosi, il presidente della Fondazione Gimbe insiste, sottolineandone l’importanza. Con il netto aumento della circolazione del virus, spiega Cartabellotta, «aumenta la probabilità di contagio e lo sviluppo di malattia grave in chi ha fatto la terza dose da oltre 120 giorni: per questo appare un vero azzardo la scelta di rimandare la quarta dose all’autunno con i vaccini aggiornati, di cui ad oggi non si conoscono né le tempistiche di reale disponibilità né gli effetti sulla malattia grave». E poi l’appello all’utilizzo delle mascherine al chiuso, la misura maggiormente richiesta dagli esperti nelle ultime settimane.

Covid, Gimbe e l'aumento dei contagi: «+55 per cento, rischiamo lockdown di fatto». La denuncia della Fondazione dopo i dati settimanali
Una mascherina gettata a terra (Getty)