Con le Olimpiadi dietro l’angolo, il Giappone prova a dare un’accelerata alla campagna vaccinale contro il Covid-19. Il primo ministro Yoshihide Suga ha predisposto l’apertura di due centri di vaccinazione di massa a Tokyo e Osaka. In cima alla lista gli oltre 36 milioni di anziani che vivono nel Paese, la cui vaccinazione dovrà essere completata entro luglio. Nel frattempo, nel clima di scetticismo generale, c’è chi teme per la sicurezza pubblica. L’alta percentuale di cittadini non vaccinati e i molti casi hanno favorito le proteste e le richieste di cancellazione della manifestazione a cinque cerchi in programma tra il 23 luglio all’8 agosto.
Gli obiettivi del premier Suga
Come riporta AP News, dopo la stretta sullo stato di emergenza, ora il Giappone punta vaccinare fino a 10mila persone al giorno a Tokyo e 5000 a Osaka entro i prossimi tre mesi. La situazione in entrambe le città è piuttosto critica. Gli ospedali sono sovraffollati, migliaia di persone continuano ad ammalarsi o a morire a casa e a dozzine fanno la coda davanti ai centri vaccinali aperti. Qui, al momento, solo agli over 65, oltre a Pfizer, viene inoculato Moderna, uno dei vaccini stranieri approvati dal governo giapponese nella scorsa settimana (unitamente ad Astrazeneca, il cui uso rimane però ancora dibattuto, visti i rari casi di trombosi rintracciati).
Le cause dei ritardi in Giappone
Le ragioni per cui le vaccinazioni in Giappone stanno procedendo a rilento (a oggi solo il 5% della popolazione ha ricevuto il siero) sono molteplici, dalla partenza con notevole ritardo, alla scelta – apparsa immediatamente rischiosa – di utilizzare esclusivamente vaccini testati entro i confini del Paese. La macchina, inoltre, si è immediatamente inceppata, quando si è passati – completato il turno degli operatori sanitari – agli anziani, le cui vaccinazioni sono cominciate soltanto a metà aprile.
Il gap rispetto agli altri Paesi si è ulteriormente ampliato per i rallentamenti dovuti a inghippi burocratici nelle prenotazioni e alla scarsità di personale medico. Problematica, quest’ultima, a cui Suga ha provato a trovare una soluzione, estendendo il compito di somministrare le dosi anche a farmacisti, medici militari, dentisti e infermieri in pensione.