50mila 196. Il numero è enorme, drammatico, e riguarda i nuovi positivi registrati in Germania nelle ultime 24 ore. Un dato incredibile e serio, che riesce a dare il giusto valore alla situazione difficile che il paese sta vivendo durante quella che ormai è a tutti gli effetti la quarta ondata. Per la Repubblica Federale è un record: è il numero più alto di positivi avuti in 24 ore dal marzo 2020, il mese iniziale della pandemia. A questo numero si aggiungono due dati. I decessi salgono a 97mila 200 complessivi, visti i 243 dell’ultima giornata. L’incidenza continua la sua impennata, giungendo a 250 casi per 100mila persone nell’arco di sette giorni. Il Robert Koch Institut si è dichiarato preoccupato e la soluzione pare essere una ulteriore stretta sui luoghi da vietare ai non vaccinati. La Germania rischia di diventare il simbolo di un’Europa sempre più falcidiata dal Covid.
Germania: Olaf Scholz critica i non vaccinati
Il ministro delle Finanze e probabile futuro cancelliere, Olaf Scholz, ha criticato la bassa percentuale di vaccinati che si registra in tutto il Paese. La Germania si parla di un numero inferiore di poco al 70 per cento della popolazione, ma in alcune zone a est si scende fino al 50. «Sappiamo quale sarà la conseguenza: molti di quelli che non si vaccinano saranno contagiati e dovranno essere ricoverati in terapia intensiva», ha dichiarato Scholz. Un problema non di semplice gestione, con gli ospedali tedeschi che secondo il Robert Koch Institut stanno vivendo una criticità sempre maggiore. Previsto per la prossima settimana un incontro tra il governo ancora in carica e i premier regionali.
Italia: i numeri della Fondazione Gimbe
Intanto il Covid corre anche in Italia. La Fondazione Gimbe ha diffuso i dati della settimana 3-9 novembre analizzando l’incremento rispetto alla precedente. I nuovi casi settimanali sono cresciuti del 37,7 per cento, i ricoveri del 14,8 e le terapie intensive del 9,4. «Per la terza settimana consecutiva», ha analizzato il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta, «si conferma un incremento dei nuovi casi settimanali e una media giornaliera più che raddoppiata in meno di un mese, da 2.456 il 15 ottobre a 5.870 il 9 novembre». Numeri che preoccupano e che vanno letti anche guardando a quelli diffusi sui vaccini. Mancano all’appello oltre 2 milioni e mezzo di over 50. Le terze dosi non decollano e in tre settimane il numero dei nuovi vaccinati è crollato del 75 per cento.
Italia: preoccupa il confine con la Slovenia
Tra le regioni ad avere i problemi più grandi in Italia ci sono quelle del nord-est. Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia sono sorvegliate speciali a causa dei pendolari provenienti soprattutto da Austria e Slovenia. Proprio al confine con quest’ultima si registrano i problemi maggiori. Il governo di Lubiana ha annunciato un nuovo inasprimento dei controlli ma la percentuale dei vaccinati nello stato sloveno si attesta intorno al 54 per cento, in linea con i paesi dell’est. Inoltre, in Slovenia la situazione relativa agli ospedali inizia ad essere drammatica e da lunedì è scattato il divieto di assembramento all’esterno e l’obbligo di chiusura per bar e ristoranti alle 22.