Covid, l’Ema contro la quarta dose di vaccino: «Nessuna prova sufficiente»
L'Agenzia europea del farmaco studia da settimane i trial clinici e l'impatto della quarta vaccinazione in paesi che l'hanno già introdotta, come Israele. Secondo Marco Cavaleri, capo della strategia vaccinale, «non esistono prove sufficienti per raccomandarla».
La campagna vaccinale contro il Covid prosegue in ogni parte del mondo, ma già si pensa a come intensificarla e se sia davvero necessario farlo. Il dibattito sulla quarta dose di vaccino entra sempre più nel vivo e oggi è stata l’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, a dire la sua. Il capo della strategia vaccinale Marco Cavaleri, ha dichiarato infatti che l’Agenzia sta studiando i dati, sia sui trial clinici sia provenienti da paesi come Israele, in cui già si sta utilizzando la quarta dose, per dare il via libera a questa pratica.
Cavaleri: «Nessuna prova sufficiente»
«Stiamo esaminando tutti i dati emergenti, inclusi quelli di Israele, sull’uso di un secondo booster degli attuali vaccini anti-Covid», ha spiegato Marco Cavaleri, parlando del lavoro svolto in queste settimane dall’Ema. L’obiettivo è capire quale strategia seguire per quanto riguarda la campagna vaccinale. Sulla quarta dose di vaccino il dirigente spiega che «al momento in ogni caso non ci sono prove sufficienti che possano supportare una raccomandazione del secondo richiamo». Niente quarta dose, almeno finora, anche perché «I livelli di efficacia degli attuali vaccini anti-Covid nel tempo, mentre l’ondata di Omicron si dispiega, sono dati rilevanti per capire le tempistiche di una eventuale ulteriore dose booster».
Quarta dose «già raccomandata» per i soggetti immunocompressi
Ciò nonostante, l’analisi di Marco Cavaleri passa anche da altri dettagli. Come spesso è stato evidenziato nelle passata settimane e come ha studiato la stessa Ema, «per le persone gravemente immunocompromesse che ricevono una serie primaria di 3 dosi di vaccino a mRna una quarta dose sarebbe il primo richiamo per loro e, in quanto tale, è già raccomandata». Si resta, quindi, su una linea che porterebbe soltanto i soggetti fragili verso la quarta dose di vaccino. Servirà studiare ancora e aspettare l’evoluzione della curva epidemiologica per capirne di più.
L’Ema e il via libera a Paxlovid: «Non strumento di prevenzione, ma aggiunta importante tra le terapie»
Cavaleri ha parlato poi anche di Paxlovid, la pillola anti-Covid di Pfizer. Dopo il via libera dell’Ema, arriverà a breve anche in Italia e si tratta di «un’importante aggiunta al nostro portafoglio di terapie perché è il primo antivirale orale approvato in Ue. Deve essere usato il prima possibile, all’esordio dei sintomi in persone positive a Covid». Un’arma in più, quindi, da usare come terapia ma non «come strumento di prevenzione».