Liberi tutti sul Covid, le discutibili decisioni del governo Meloni

Redazione
31/10/2022

Bollettino con i dati della pandemia da giornaliero a settimanale, medici no vax reintegrati in anticipo, multe per gli over 50 non vaccinati sospese fino all’estate 2023, via le mascherine al personale sanitario. Le controverse scelte sul Covid del nuovo governo Meloni. Un liberi tutti che preoccupa gli scienziati.

Liberi tutti sul Covid, le discutibili decisioni del governo Meloni

Stop al bollettino giornaliero, reintegro dei medici no vax, mascherina non più obbligatoria per gli operatori sanitari, sospensione delle multe agli over 50 non vaccinati. Sul tavolo del Consiglio dei ministri di lunedì 31 ottobre, oltre a caro energia, giustizia (con la questione dell’ergastolo ostativo) e nomina dei sottosegretari, c’è anche la gestione della pandemia. Il governo intende «dare seguito all’indicazione tracciata dal presidente Meloni nelle sue dichiarazioni programmatiche rese in parlamento», spiega Palazzo Chigi, con «un primo atto di discontinuità, rispetto ai precedenti esecutivi, nella gestione della pandemia da Covid-19».

Reintegro anticipato del personale sanitario no vax

Il Ministero della Salute, guidato da Orazio Schillaci, ha preannunciato che il personale sanitario sospeso per non aver adempiuto all’obbligo vaccinale contro il Coronavirus sarà reintegrato in servizio prima della scadenza della sospensione, in precedenza fissata al 31 dicembre. La decisione giunge a sei mesi dall’addio allo stato d’emergenza, in considerazione del miglioramento della situazione pandemica, ed è stata “benedetta” dalla Federazione degli Ordini dei medici, che ha condiviso l’esigenza di tornare a una gestione ordinaria. La norma, che sarà varata alla luce «della preoccupante carenza di medici e operatori segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali», interverrà anche sulle multe previste dal dl 44/21.

Covid, cosa cambia con il governo Meloni. I provvedimenti del nuovo esecutivo, dopo oltre due anni e mezzo di emergenza sanitaria.
Cartello contro Draghi durante una manifestazione no vax (Getty Images)

Stop alle multe per chi non è in regola con gli obblighi vaccinali

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha inviato al Dipartimento per i Rapporti con il Parlamento un emendamento al Dl Aiuti ter: la proposta prevede la sospensione fino al 30 giugno 2023 delle «attività e i procedimenti di irrogazione della sanzione nei casi di inadempimento dell’obbligo vaccinale Covid-19». Fino alla prossima estate, dunque, non si parlerà delle multe agli over 50 no vax: la proposta, c’è da dire, era già nell’aria prima della vittoria elettorale del centrodestra. La sanzione da 100 euro, introdotta dal governo Draghi, riguarda (o forse sarebbe meglio dire riguardava) gli ultracinquantenni che, dall’8 gennaio scorso fino al 15 giugno, non si erano vaccinati, ma anche medici e operatori sanitari, lavoratori impiegati in strutture residenziali, socioassistenziali e sociosanitarie, o ancora a personale della scuola, del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico, della polizia locale, degli istituti penitenziari, delle università, delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e degli istituti tecnici superiori che non avevano iniziato il ciclo vaccinale primario, che non avevano ancora effettuato la seconda dose di completamento del ciclo vaccinale primario, nel rispetto delle indicazioni e dei termini previsti dal ministero della Salute o che non avevano effettuato la dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale (dose booster) entro i termini di validità del green pass. Le multe erano state comminate a circa 1,8 milioni di cittadini: tutto sommato il fenomeno no vax in Italia è stato piuttosto contenuto: ad oggi l’85,8 per cento della popolazione ha iniziato il ciclo vaccinale, l’84 per cento ha avuto una dose di richiamo e il 68 per cento due. La quarta dose si è invece fermata al 7 per cento.

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La prima ministra Giorgia Meloni (Getty Images)

Il bollettino con i dati della pandemia diventa settimanale

Un altro provvedimento annunciato è lo stop al bollettino giornaliero riportante i dati pandemici, che saranno pubblicati solo a cadenza settimanale. Dopo oltre due anni e mezzo durante i quali non c’è stato un solo giorno, domeniche e festivi compresi, in cui gli italiani non conoscessero nel dettaglio il numero di contagi, ricoveri, morti, tasso di positività. «Preoccupante sarebbe se il Ministero, pur conservando il flusso giornaliero di dati, riservasse a sé l’accesso, comunicando solo una sintesi controllata settimanale. Speriamo che non si allarghi il campo delle informazioni inaccessibili a chiunque possa capire quanto sta accadendo», ha commentato l’Associazione Italiana di Epidemiologia, sottolineando che la comunicazione ministeriale «non precisa se il sistema di trasmissione dati rimarrà giornaliero e solo la pubblicazione sarà settimanale oppure se verranno raccolti i dati solo come totali settimanali». Da parte sua, il ministero della Salute si è limitato a precisare che è fatta salva «la possibilità per le autorità competenti di acquisire in qualsiasi momento le informazioni necessarie al controllo della situazione e all’adozione dei provvedimenti del caso».

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Il 31 ottobre scade l’obbligo di mascherina in strutture ospedaliere e Rsa (Getty Images)

Obbligo di mascherina in ospedali e Rsa prorogato fino al 31 dicembre

Decaduto dall’1 ottobre l’obbligo di mascherine sui mezzi pubblici, oggi 31 ottobre scadeva anche l’obbligo di mascherine in ospedali e Rsa, una delle ultime misure anti Covid ancora esistenti in Italia, per effetto dell’ultima ordinanza dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza firmata il 29 settembre. Ebbene, la misura è stata prorogata fino al 31 dicembre. Non dovrebbero esserci decisioni sull’isolamento degli asintomatici, che molti chiedono di eliminare.