Secondo i dati resi noti da Pyongyang, la battaglia contro il Covid in Corea del Nord sta facendo registrare risultati impressionanti: a fronte di 3,3 milioni di persone risultate positive nel Paese eremita (che sta vivendo la prima ondata a oltre due anni dallo scoppio della pandemia), solo 69 sarebbero morte a causa del virus. Tasso di mortalità dello 0,002 per cento: qualcosa che nessun altro Stato è riuscito a ottenere. La sensazione è che le cifre siano al ribasso: i conti non tornano.

Corea del Nord, impossibile avere dati certi sul Covid
Secondo gli esperti, la Corea del Nord dovrebbe aver già avuto molte più vittime rispetto a quelle riportate. Al di là del tasso di mortalità fatto registrato in tutto il mondo, che fa pensare a numeri maggiori, il Paese guidato da Kim Jong-un ha a disposizione pochissimi vaccini, manca di adeguate attrezzature mediche (sta ricorrendo alla medicina tradizionale) e ha una carenza di tamponi, con cui poter rilevare le positività (e dunque procedere all’isolamento dei contagiati). In Corea del Nord, inoltre, vive un grande numero di persone denutrite, il che certo non aiuta contro il virus. Fatto sta che la segretezza della Corea del Nord rende praticamente impossibile avere dati più realistici sulla «febbre», definita da Kim Jong-un «il più grande tumulto dalla fondazione del Paese». Secondo diversi osservatori, Pyongyang sta volutamente sottostimando le vittime per proteggere a tutti i costi il leader supremo. Altri sostengono invece che il Kim Jong-un, al contrario, abbia ordinato di comunicare un numero falsamente alto di contagi, nel tentativo di rafforzare il controllo sui 26 milioni di abitanti della Corea del Nord.

Corea del Nord, il “no” ai vaccini offerti da Seul e Washington
Messo alle strette da gravi difficoltà economiche causate dalla chiusura delle frontiere, dalle sanzioni delle Nazioni Unite e dalla sua stessa cattiva gestione, Kim Jong-un potrebbe annunciare la vittoria sul Covid a giugno, nel corso di un meeting del Politburo. Quando il 12 maggio la Corea del Nord ha comunicato di aver rilevato il primo focolaio di Omicron, in molti si erano chiesti perché lo avesse fatto, visto appunto l’alone di mistero che circonda il Paese e il fatto che si fosse dichiarato orgogliosamente Covid-free per oltre due anni. Certo non per ottenere assistenza umanitaria da altri Paesi, visto che Pyongyang non ha risposto alle offerte di fornitura di vaccini e attrezzature mediche arrivate da Stati Uniti e Corea del Sud. Non resta che aspettare.