A poco più di un mese dal Natale, aumentano i timori per nuove restrizioni. Sono quattro le Regioni che rischiano di scivolare in zona gialla a causa del numero dei contagi da Covid19 delle ultime settimane. Si tratta di Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria e Valle d’Aosta, a cui potrebbe aggiungersi anche la provincia autonoma di Bolzano. L’incremento dei positivi potrebbe portare il Friuli a diventare la capofila delle regioni che tornano in giallo. Decisivi saranno i numeri di questi giorni, con la decisione che dovrebbe essere presa venerdì 19. La zona gialla, se ci sarà, potrebbe partire dal 22, mentre le altre regioni rischiano dal successivo 29 novembre.
Covid: i governatori Fedriga e Toti chiedono restrizioni per i no vax
Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e quello della Liguria, Giovanni Toti, hanno chiesto un immediato confronto con il governo Draghi. Tra le richieste potrebbe esserci quella di nuove misure da porre in essere per isolare i no vax. «Chiederemo al Governo come Regioni che le misure restrittive legate alle fasce di colore valgano per le persone che non hanno fatto il vaccino, non per le persone che lo hanno correttamente fatto», ha spiegato Toti, facendo eco a quanto già affermato da Fedriga. Il governatore del Friuli, infatti, aveva chiesto di evitare che le nuove misure caricassero ulteriore peso «a chi si è fatto due o addirittura tre dosi proteggendo se stesso e la comunità».
Covid: Renzi invoca il modello Austria. Conte parla di prudenza
Dello stesso avviso è anche Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva, intervenuto durante il programma tv l’Aria che Tira su La7, ha espresso il proprio parere favorevole sul modello Austria. Un lockdown solo per i non vaccinati, quindi: «Mi piacerebbe che l’Italia adottasse come l’Austria il lockdown solo per chi non ha fatto il vaccino, eliminando le restrizioni per i vaccinati». Non è d’accordo Giuseppe Conte. Il leader del Movimento 5 Stelle chiede prudenza e specifica che bisognerà «continuare a seguire le indicazioni del Cts e l’evoluzione della curva epidemiologica, cercare di mantenerci equilibrati. Le misure non devono essere sovradimensionate».
Covid: lo scorso anno 7 regioni in zona rossa e 9 in arancione
Sul tema è tornato anche Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe: «Al 15 novembre 2020 avevamo 7 regioni in zona rossa, 9 in zona arancione, quindi oggi dobbiamo dire grazie ai vaccini per trovarci in questa situazione. Va detto anche che c’è stato un cambio di criteri per i colori delle regioni, se oggi avessimo gli stessi criteri dell’anno scorso già diverse regioni sarebbero in zona arancione e altre in zona rossa».