Cottarelli si dimette da senatore: «A disagio nel Pd di Schlein»

Redazione
08/05/2023

Il Pd perde un altro pezzo a Palazzo Madama. L'economista presenterà le dimissioni senza però cambiare casacca. Tornerà in cattedra alla Cattolica per dirigere a titolo gratuito un programma per l'educazioni delle scienze sociali ed economiche rivolto agli studenti delle scuole superiori. Al suo posto entrerà Cristina Tajani.

Cottarelli si dimette da senatore: «A disagio nel Pd di Schlein»

Carlo Cottarelli, eletto al Senato con il Pd ma da indipendente, ha deciso di fare un passo indietro. Ospite da Fabio Fazio a Che tempo che fa l’economista ha annunciato che presenterà le sue dimissioni da Palazzo Madama. Nessun cambio casacca, nonostante gli inviti ricevuti da un’altra formazione politica. «Mi sono state fatte offerte di spostarmi in altri gruppi, non dico quali ma è abbastanza intuitivo», ha spiegato Cottarelli. «Non sono di maggioranza né è il Movimento 5 stelle». Il senatore dimissionario tornerà in cattedra: l’università Cattolica, presso la quale ha già istituito e diretto l’Osservatorio Conti Pubblici, gli ha «chiesto di dirigere un programma per l’educazioni delle scienze sociali ed economiche rivolto agli studenti delle scuole superiori». Così, dopo il trasloco dal Pd a Italia Viva di Enrico Borghi, i dem perdono un altro tassello al Senato.

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Carlo Cottarelli (Dagospia).

«Schlein ha spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo»

In una lettera a Repubblica Cottarelli aveva spiegato come nel partito guidato da Elly Schlein ormai si trovasse «a disagio su diversi temi». È innegabile, aveva scritto il senatore, «che l’elezione di Elly Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo. Ho grande stima di Elly Schlein e non credo sbagli a spostare il Pd verso sinistra. La scelta alle primarie è stata netta e i sondaggi la premiano. Un Pd più a sinistra può trasmettere un messaggio più chiaro agli elettori, cosa essenziale per un partito politico». Cottarelli ha anche ricordato i punti di frizione con il ‘suo’ partito. Per esempio «aspetti del Jobs Act, sull’aumento delle accise sui carburanti, sul freno al Superbonus e sul compenso aggiuntivo per insegnanti che vivono in aree dove il costo della vita è alto, come suggerito da Valditara. Ho posizioni diverse da Elly Schlein anche sui termovalorizzatori, sull’utero in affitto e in parte anche sul nucleare. Qualcuno dice che, date queste differenze, dovrei cambiare gruppo parlamentare. Non sarebbe giusto, anche perché sono stato eletto col proporzionale e quindi senza una scelta diretta sul mio nome da parte degli elettori. Il primo dei non eletti mi sostituirà senza perdite di seggi per il Pd. Mi sembra la scelta più corretta».

I dubbi dopo l’elezione di Schlein al Senato

Una decisione, quella di lasciare il Senato, che segue le critiche rivolte dall’economista – che appoggiava Bonaccini nella corsa per il Nazareno – ad alcune posizioni della segretaria. Dubbi sorti all’indomani della vittoria di Schlein alle primarie. «E ora che faccio? Mi adeguo? CottarElly?», aveva twittato il primo marzo.

Il sostegno a Valditara sullo stipendio dei professori del Nord

Pochi giorni dopo in una intervista a Libero, Cottarelli, criticando l’attitudine dei parlamentari a contestare qualsiasi cosa provenga da un colore politico opposto al proprio, affermava di condividere «la proposta del leghista Valditara di aumentare gli stipendi dei professori al Nord, dove la vita costa di più, per fronteggiare il fenomeno delle cattedre vuote». Il 20 febbraio, dunque prima della elezioni di Schlein al Nazareno,  aveva appoggiato apertamente l’esecutivo Meloni sul Superbonus. «Il governo ha fatto bene ad intervenire», spiegava in una intervista al Corriere della Sera, chiarendo: «Parlo a nome mio e non del Pd, dato che tra l’altro non sono iscritto». «Che ci fosse un problema nel provvedimento originario era chiaro a tutti», aveva spiegato l’economista. «Chiaramente c’era la necessità di sostenere il settore delle costruzioni e si dovrà ancora intervenire, tenendo conto che abbiamo il problema del rinnovamento dei nostri edifici». Però, continuava, «un bonus al 110 per cento che poteva essere utilizzato con la cessione è una modalità troppo generosa e troppo costosa per lo Stato».

Al posto di Cottarelli in Senato andrà Cristina Tajani

A prendere il suo posto al Senato sarà la dem Cristina Tajani. «È giusto che quel seggio torni al Pd», ha detto l’economista a Fazio. Fra l’altro la prima non eletta è una persona molto brava, Cristina Tajani, che insegna al Politecnico di Milano, ed è anche abbastanza vicina all’area di Elly Schlein. Poi è una donna, si migliora anche la parità di genere».