Alfredo Cospito sta male. Lo conferma il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, che fai l punto sulle condizioni di salute dell’anarchico, da due mesi in sciopero della fame. Cospito protesta contro il regime di 41 bis che è stato disposto contro di lui per i prossimi 4 anni. Da maggio è stato spostato alla Casa Circondariale di Bancali, a Sassari, dopo la condanna in primo grado a 20 anni comminatagli per aver fatto esplodere due ordigni nel 2006 nella scuola allievi dei carabinieri di Fossano. «Ha perso 35 chili», ha spiegato il suo difensore, facendo suonare un campanello d’allarme mentre le proteste degli anarchici, organizzatisi in corteo lo scorso 5 dicembre a Torino, il 18 a Roma e ieri a Milano, continuano.

Il legale: «I medici sono allarmati, ha perso 35 chili»
Flavio Rossi Albertini ha voluto lanciare un nuovo campanello dall’allarme sulle condizioni di salute del suo assistito, l’anarchico Alfredo Cospito: «Attualmente ha perso 35 chili e ha avuto un preoccupante calo di potassio, necessario per il corretto funzionamento dei muscoli involontari tra cui il cuore. I medici, allarmati dal peggioramento, gli hanno somministrato degli integratori specifici». La difesa ha visto accolte alcune eccezioni presentate alla Corte d’Appello di Torino lo scorso 5 dicembre. Adesso si aspetta che la Corte Costituzionali si pronunci. Potrebbe accogliere l’ergastolo per il reato di strage politica o le eccezioni. In questo caso la condanna scenderebbe a 21 o 24 anni.
Manifestazioni a Roma e Milano
Intanto Cospito continua a protestare. Durante l’udienza del 5 dicembre, intervenuto in collegamento, ha dichiarato: «Sono condannato in un limbo senza fine, in attesa della fine dei miei giorni. Non ci sto e non mi arrendo. Continuerò il mio sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo fino all’ultimo mio respiro per far conoscere al mondo questi due abomini repressivi di questo Paese». E le proteste continuano anche da parte dei gruppi di anarchici italiani. Dopo il corteo a Torino, il 18 dicembre hanno dato vita a un’altra manifestazione. Gruppi di donne e uomini incappucciati hanno distrutto alcuni bancomat e alcune vetrine di negozi ad Appio Latino, scrivendo anche «no 41 bis». A questa si è aggiunto il corteo del 29 dicembre a Milano, con oltre 300 manifestanti a urlare cori in favore di Cospito.
