La Russia ha tagliato le forniture di gas all’Italia. Gazprom, secondo quanto certificato da Eni, a fronte di una richiesta giornaliera di gas di 63 milioni di metri cubi, ne fornirà solo il 50%. Intanto il governo italiano sta elaborando un piano di emergenza per fronteggiare la mancanza di gas. Ecco cosa prevede.
Piano di emergenza del governo per mancanza di gas
Se Mosca dovesse stoppare i flussi verso l’Italia servirebbe trovare quasi 30 miliardi di metri cubi di gas l’anno. E mentre Palazzo Chigi si prepara all’eventualità di una riduzione drastica delle forniture di gaso russo, il governo sostiene che al momento non ci sia motivo di preoccuparsi. I tecnici starebbero infatti lavorando a un piano per fronteggiare l’emergenza, facendo leva su maggiori estrazioni locali, su diverse importazioni, ma anche sulla riduzione dei consumi.

Se dovesse scattare il piano d’emergenza del governo il primo obiettivo sarebbe la riduzione dei consumi di gas. Dunque, si provvederebbe a limitare l’uso del riscaldamento sia negli uffici che nelle abitazioni private, stabilendo una temperatura massima da rispettare. Verrebbe ridotto anche il numero di ore d’accensione durante la giornata. In più la riduzione dei consumi riguarderebbe anche l’illuminazione pubblica, con limitazioni sulla rete stradale cittadina ed extra-urbana.
Centrali a carbone, nuovi fornitori e trivellazioni
Per sopperire alla mancanza del gas l’Italia potrebbe puntare a un aumento della produzione di elettricità ricorrendo maggiormente alle centrali a carbone. Al momento, le centrali ancora attive sono sei e si programmava di chiuderle entro il 2025. Tuttavia, la data potrebbe essere rivista considerata la necessità di un utilizzo in emergenza. Questa attività permetterebbe di sostituire 5 miliardi di metri cubi di gas.
Nel frattempo, il governo sta stipulando altri accordi per accaparrarsi nuove forniture di gas, con Paesi come Algeria, Libia e Azerbaigian. Inoltre, Gnl dovrebbe arrivare da Qatar, Egitto e Israele, insieme a quello che proverrà dagli Stati Uniti, per cui l’Italia si sta attrezzando con nuovi rigassificatori.
