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Covid, la Corte Costituzionale salva l’obbligo del vaccino

La Consulta ha ritenuto non fondate le questioni portate all’attenzione da cinque uffici giudiziari

1 Dicembre 2022 20:43 Claudio Vittozzi
La Corte Costituzionale ha salvato l'obbligo del vaccino e i giudici che la compongono non hanno trovato irregolarità.

La Corte Costituzionale ha «salvato» per così dire l’obbligo del vaccino anti-covid per gli operatori straordinari. Ben cinque uffici giudiziari avevano portato all’attenzione casi di irregolarità nei decreti del Governo Draghi. Tuttavia, i giudici hanno rifiutato tutti i ricorsi e hanno confermato l’obbligo del vaccino.

La Corte Costituzionale ha salvato l'obbligo del vaccino e i giudici che la compongono non hanno trovato irregolarità.
Corte Costituzionale a Roma (Getty Images)

La decisione della Corte Costituzionale sul vaccino anti-covid 

La Corte Costituzionale ha preso una decisione sulla contestata obbligatorietà del vaccino anti-covid per gli operatori sanitari e non solo. Infatti, i 15 giudici della Consulta non hanno trovato particolari irregolarità nei confronti della Costituzione italiana in merito ai due decreti del Governo Draghi, che prevedevano l’obbligo di vaccinazione per determinate categorie di lavoratori.

Numerosi avvocati con i loro clienti si erano battuti per questa causa ma i loro ricorsi sono stati tutti respinti. Ad ogni modo, è interessante notare come questa sentenza non cambia la direzione intrapresa dal nuovo Governo di Giorgia Meloni, visto che l’esecutivo ha previsto il rientro a lavoro di tutti i dipendenti no-vax che erano stati precedentemente sospesi.

La Corte Costituzionale ha salvato l'obbligo del vaccino e i giudici che la compongono non hanno trovato irregolarità.
Statua della Corte Costituzionale (Getty Images)

Il comunicato ufficiale 

Il comunicato ufficiale della Corte Costituzionale in merito al vaccino anti-covid è chiaro. Infatti, recita: «La Corte ha ritenuto inammissibile, per ragioni processuali, la questione relativa alla impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiamo adempiuto all’obbligo vaccinale, di svolgere l’attività lavorativa, quando non implichi contatti interpersonali. Sono state ritenute invece non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario».

Il comunicato procede poi dicendo: «Ugualmente non fondate, infine, sono state ritenute le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso; e ciò, sia per il personale sanitario, sia per il personale scolastico».

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