Corruzione al Parlamento Ue, le carte che accusano Panzeri e famiglia

Redazione
11/12/2022

Vacanze da 100 mila euro e doni dall’ambasciatore del Marocco. Domiciliari per moglie e figlia, che si dichiarano estranee ai fatti.

Corruzione al Parlamento Ue, le carte che accusano Panzeri e famiglia

Verrà deciso oggi, nell’ufficio della Procura di Bruxelles, se le cinque persone fermate venerdì per l’inchiesta della magistratura belga su un’organizzazione criminale infiltrata nel Parlamento europeo, sospettata di ingerenza nella politica Ue e di corruzione da parte del Qatar, rimarranno detenute oppure saranno rilasciate. Tra i sospettati fermati figurano la vicepresidente greca del Parlamento Europeo Eva Kaili, l’ex europarlamentare italiano del gruppo dei Socialisti e democratici Antonio Panzeri e il segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati Luca Visentini.

Vacanze da 100 mila euro e doni. Corruzione al Parlamento Ue, le carte che accusano Panzeri e la sua famiglia.
Bandiere Ue (Getty Images)

Articolo Uno, sospeso Panzeri

Panzeri, rappresentante in Europa prima per il Pd poi per Articolo Uno, è sospettato dalle autorità belghe di essere intervenuto «dietro pagamento» presso alcune persone che lavorano al Parlamento Europeo a beneficio non solo del Qatar, ma anche del Marocco, secondo quanto emerge da uno degli atti trasmessi dalle autorità belghe all’Italia. La commissione di garanzia di Articolo Uno Lombardia ha sospeso intanto Panzeri dall’anagrafe degli iscritti. Lo comunica una nota: «Nell’esprimere sconcerto per quanto sta emergendo, Articolo Uno esprime fiducia nell’autorità giudiziaria e auspica che Panzeri possa dimostrare la sua estraneità a una vicenda del tutto incompatibile con la sua storia e il suo impegno politico».

Vacanze da 100 mila euro e doni. Corruzione al Parlamento Ue, le carte che accusano Panzeri e la sua famiglia.
Antonio Panzeri (Getty Images)

Il coinvolgimento di moglie e figlia

La Corte d’Appello di Brescia ha convalidato l’arresto e concesso i domiciliari a Maria Colleoni e Silvia Panzeri, moglie e figlia dell’ex eurodeputato, fermate nell’abitazione di famiglia a Calusco d’Adda (Bergamo) in esecuzione di un mandato di arresto europeo. Le due donne, accusate di concorso in corruzione, riciclaggio e associazione per delinquere, hanno dichiarato di «non essere a conoscenza di nulla» di quanto contestato. Ovvero, «di essere consapevoli delle attività del marito/padre e addirittura di partecipare nel trasporto dei “regali” dati in Marocco attraverso Abderrahim Atmoun, ambasciatore del Marocco in Polonia». I reati sono emersi dalla trascrizione di intercettazioni tra Panzeri, anche fondatore della ong Fight impunity, e la moglie. Nell’ambito dell’inchiesta che ha travolto il Parlamento europeo è spuntato un dialogo in cui si fa riferimento a una vacanza nel periodo natalizio per tutta la famiglia Panzeri, costata 100 mila euro. Ed è emerso anche che Maria Colleoni usava spesso la parola “combines” (“intrallazzi” in francese) per riferirsi ai viaggi e agli affari del marito.

«Alla luce delle indagini giudiziarie in corso da parte delle autorità belghe, la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha deciso di sospendere con effetto immediato tutti i poteri, compiti e deleghe a Eva Kaili nella sua qualità di vice presidente del Parlamento europeo». Lo rende noto il portavoce di Metsola, Juri Laas. Kaili, a casa della quale secondo la stampa belga sarebbero stati trovati «sacchi di banconote», è stata già espulsa dal suo partito, il Pasok.