Perché mostri il tuo corpo? Dai miei mostri non fuggo. I sogni son dei sederi. Paghi la gabella, se mostri. Giù dazi se vedi. Giudizi se veri. Sederi ma giusti. Hai tensione? Ostensione del sacro osso. Oh, so. Ho passato talune vite mie a giustificare mie magrezze. A dire io mangio come un camionista di Forlimpopoli, non sono anoressica. Non mollavano l’osso. Non ci credevano sinché non mi vedevano mangiare come un camionista di Forlimpopoli. Ah, non sei anoressica (quasi dispiaciuti, macerata delusione). «Quando c’è il corpo non c’è la mente, quando c’è la mente non c’è il corpo». Il film è Primo amore, come salire nel baratro, no, non si scende in certe storie, non si precipita, ci si arrampica, son volute, regina è la premeditazione, con dolo re, dolore. Garrone, Cescon, e poi c’è lui. Un anno fa siam tornati sui suoi passi, lui no. Scrissi questo palindromo per lui perché lui aveva il grato senso di far annusare le parole: “Nasi verton ai lati, Vitaliano Trevisan”.
Perché mostri il tuo corpo? Dai miei mostri non fuggo
LA POSTA AL CUORE. Perché mostri il tuo corpo? Dai miei mostri non fuggo. Paghi la gabella, se mostri. Ho passato talune vite mie a giustificare mie magrezze. A dire io mangio come un camionista, non sono anoressica. Non ci credevano sinché non mi vedevano mangiare. «Quando c’è il corpo non c’è la mente, quando c’è la mente non c’è il corpo».
