Da quattro giorni la Corea del Sud è paralizzata da uno sciopero, quello dei camionisti. I trasportatori hanno bloccato le catene di approvvigionamento del Paese e rischiano di assestare un duro colpo anche a livello mondiale. La protesta è scattata per chiedere salari migliori, soprattutto a causa del vertiginoso aumento del costo del carburante. I camionisti sudcoreani vorrebbero anche che la misura di emergenza che garantisce le tariffe di trasporto, introdotta in pandemia, venga prorogata rispetto alla scadenza prevista peri l prossimo dicembre. E in un momento già difficile per i materiali elettronici che servono per auto, smartphone e aziende d’acciaio e cemento di tutto il mondo, tante grandi aziende rischiano il collasso.
Corea del Sud: aziende e porti in tilt
Con i camionisti fermi da quattro giorni, sono soprattutto le aziende a risentire del caos derivante dal mancato approvvigionamento dei materiali. Hyundai, colosso dell’automobile, ha dimezzato la produzione per far fronte alla carenza di chip e componenti vari. Il gigante dell’acciaio Posco, scrive Repubblica, ha interrotto le spedizioni. E poi i porti: quasi completamente fermi. Il volume complessivo di container trasportati da e verso i 12 porti della Corea del Sud è sceso del 64 per cento. A Busan, il terzo scalo più trafficato sul pianeta, in cui passa l’80 per cento dei container, si è ridotta l’attività di un terzo.

Nulla di fatto tra governo e sindacati
Dopo quattro giorni, c’era molta attesa per l’incontro di oggi, venerdì 10 giugno, tra emissari del governo e i sindacati. Nulla di fatto, però, dopo la riunione. Il presidente Yoon Suk-yeol ha sottolineato tramite l’agenzia Yonhap che questo tipo di controversie dovrebbe risolversi senza l’intervento del suo governo, ma semplicemente con accordi tra lavoratori e dirigenti. Dall’altra parte i sindacati non ci stanno. Kim Jae-kwang, della sigla Cts, ha dichiarata alla Reuters che «a causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi del carburante e del fatto che il governo non agisce a sufficienza per proteggere i nostri mezzi di sostentamento, la nostra frustrazione non fa che crescere». E non c’è soltanto il rialzo dei prezzi di benzina e gasolio al centro della diatriba, ma anche la proroga della misura Sistema di tariffe di trasporto sicuro, che garantisce una tariffa minima ai camionisti per tutelarli, come accaduto in pandemia.
