Qualche giorno fa, nei cieli che sovrastano il 38esimo parallelo, sono stati avvistati 20 maxi palloncini carichi di volantini di propaganda contro il programma nucleare di Pyongyang e il governo ereditario di Kim Jong-un. A farli volare sono stati i membri di Fighters for a Free North Korea, un’organizzazione specializzata nella tutela dei diritti umani e, da anni, nota per le sue insolite campagne di sensibilizzazione.
Chi è Park Sang-hak, la guida dell’operazione di volantinaggio
Secondo quanto riportato da AP News, alla testa del gruppo c’era Park Sang-hak, disertore nordcoreano diventato attivista che, dopo un anno di fermo a causa di un’indagine della polizia e un processo ancora in corso per aver organizzato un’operazione di volantinaggio simile ad aprile 2021, è tornato in pista, rischiando nuovamente la libertà. Per effetto della legge approvata a Seul a marzo dello scorso anno, infatti, chiunque venga colto in flagrante mentre distribuisce manifesti e materiale contro la Corea del Nord rischia fino a tre anni di carcere. Un provvedimento che, più volte, è stato oggetto di polemiche e aspre critiche da parte di chi accusa il governo di Moon Jae-in di aver sacrificato la libertà di parola per migliorare le relazioni con Pyongyang e garantire la sicurezza lungo la frontiera.

Dai manifesti alle penne USB, cosa c’era nei palloncini in volo
All’interno dei palloncini, le autorità hanno trovato anche immagini del nuovo presidente sudcoreano Yoon Sul Yeol che il 10 maggio inizierà il suo mandato (e sul quale gli attivisti puntano per arrivare all’abolizione della norma anti-volantino), piccoli libri e una serie di chiavette USB. Mentre le fotografie avevano l’obiettivo di mostrare la differenza con cui nelle due Coree sono nominati i capi di stato, da un lato elezioni democratiche dall’altro la successione di padre in figlio, i device tecnologici contenevano informazioni sulle strategie di sviluppo economico e culturale adottate da Seul e proposte come modello a cui ispirarsi.

«La Corea del Nord ci ha ingannato. Ha detto che avrebbe demolito le sue armi atomiche ma, di recente, il leader Kim Jong-un e la sorella Kim Yo Jong minacciano attacchi nucleari ai danni della Corea del Sud e della comunità internazionale. Ho intenzione di non tirarmi indietro e condannare apertamente questa decisione», ha spiegato Sang-hak. Sebbene alcuni dei volantini siano effettivamente giunti a Pyongyang, al momento non sono arrivate reazioni dal Regno Eremita.
