Corea del Nord: attività nel sito per test nucleari di Punggye-ri chiuso nel 2018
Alcune immagini satellitari hanno mostrato attività nel sito per test nucleari di Punggye-ri chiuso da Pyongyang nel 2018. Cresce la preoccupazione a Seul.
Mentre Vladimir Putin agita lo spettro di un conflitto atomico, in Corea del Nord è stata segnalata la ripresa delle attività a Punggye-ri, l’unico sito per test nucleari conosciuto del Paese e attivo dal 2006 al 2017. Lo confermerebbero alcune immagini satellitari. Le fotografie mostrano la costruzione di un nuovo edificio e la riparazione di un’altra unità come spiegato in un rapporto dagli analisti del James Martin Center per gli Studi sulla non proliferazione (Cns). Altre immagini mostrano attività anche nell’impianto nucleare di Yongbyon. Gli analisti del CNS hanno aggiunto che le attività a Punggye-ri sono state notate solo da qualche giorno ed è ancora difficile capire cosa esattamente si stia costruendo e perché. Il rapporto però non esclude che la Corea del Nord stia preparando il sito per riprendere i test sulle armi nucleari.

I test missilistici di Pyongyang che agitano la Corea del Sud
Pyongyang lo scorso gennaio ha testato un numero record di missili e sembra si stia preparando a lanciare un satellite spia.
Solo sabato scorso la Corea del Nord aveva lanciato un missile balistico verso il mar del Giappone. Lo ha riferito il Comando di Stato maggiore congiunto di Seul, secondo cui il test è avvenuto dall’area di Sunan, a Pyongyang, alle 8:48 locali (le 00:48 in Italia), mentre il vettore ha coperto una gittata di circa 270 km toccando un’altitudine massima di 560 km.
La moratoria del 2018 e la fine dei colloqui per la denunclearizzazione
Il sito di Punggye-ri è stato ufficialmente chiuso nel 2018 quando la Corea del Nord ha sottoscritto una moratoria sui test sulle armi nucleari. Kim Jong-un ha però affermato recentemente di non sentirsi più vincolato dopo il congelamento dei colloqui per la denuclearizzazione nel 2019. Quattro anni fa, la Corea del Nord dichiarò che stava chiudendo i tunnel del sito con esplosioni, bloccandone gli ingressi e rimuovendo tutte le strutture di osservazione e i laboratori. Il dittatore aveva anche invitato alcuni media stranieri a seguire le demolizioni impedendo però l’ingresso agli ispettori internazionali.