Addio Coraggio Italia. Il gruppo fondato dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e dal presidente della Liguria Giovanni Toti ha cessato di esistere. Lo scioglimento è stato annunciato oggi dal presidente della Camera. La formazione, ha detto Roberto Fico, «non risulta più composta dal prescritto numero minimo di 20 deputati dal regolamento» e «conseguentemente i restanti componenti da oggi sono iscritti al gruppo Misto, mentre Giorgio Silli che era stato eletto segretario di presidenza in rappresentanza di quel gruppo cessa dalle funzioni». Un epilogo annunciato. E accelerato dalla scissione di Luigi Di Maio. Antonio Lombardo, ex M5s fresco di ingresso tra i Coraggiosi, è infatti entrato nel nuovo gruppo del ministro degli Esteri Insieme per il futuro, togliendo così il numero minino di 20 iscritti.
Gli addii lo scorso marzo di Napoli e Ruffino
A marzo gli addii di Osvaldo Napoli e Daniela Ruffino, approdati alla corte di Carlo Calenda, avevano fatto scendere il numero dei deputati iscritti a 20, la soglia minima. In realtà allora a tenere in piedi la baracca era stato il provvidenziale ingresso di Antonio Lombardo, ex 5 stelle passato per il movimento FacciamoEco e finito in Coraggio Italia. E ora entrato nel nuovo gruppo di Luigi Di Maio.
Le tensioni tra i due leader Brugnaro e Toti
La fine di Coraggio Italia arriva dopo mesi di tensioni tra le sue due anime: Brugnaro e Toti hanno marciato ognuno va per suo conto, pur restando sotto lo stesso tetto. «La spaccatura è storia nota, ma soprattutto preoccupa l’incapacità di affermarsi come soggetto politico riconoscibile», era stata l’analisi consegnata a Tag43 da chi era all’interno del gruppo. Viste le difficoltà e i sondaggi che non hanno mai superato l’1,5 per cento, i parlamentari avevano così cominciato a guardarsi intorno. E il detonatore della crisi interna era stato proprio il commiato di Ruffino e Napoli, passati ad Azione.