Copasir all’ultima chiamata. La data cerchiata in rosso, dopo che ieri è stata sconvocata la riunione del Comitato di controllo sui servizi che avrebbe dovuto eleggere presidente, vicepresidente e segretario, è martedì 6 dicembre. Sei giorni esatti per cercare di arrivare a una quadra sempre più difficile da trovare. «Dopodiché, se arrivasse un’altra fumata nera, se dovesse saltare di nuovo tutto con un ulteriore rinvio, ci rivolgeremo alle più alte cariche dello Stato», dicono a Tag43 fonti dem vicini al dossier. Che tradotto significa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una possibilità neanche tanto remota visto che più passano i giorni e più l’affaire Copasir si ingrossa. L’unico punto fermo per ora è la composizione dell’organismo parlamentare. I partiti hanno infatti indicato tutti e 10 i componenti. Ne mancava uno all’appello in quota M5s Camera, ma alla fine i pentastellati hanno scelto il deputato Marco Pellegrini.

L’accordo saltato tra cinque stelle e Pd su Guerini
In realtà, anche sulla presidenza la strada sembrava abbastanza in discesa in virtù di un accordo tra dem e cinque stelle sulla figura di Lorenzo Guerini. Un punto di caduta accettabile dalle parti del M5s, accantonate quelle che un esponente del Pd definisce «le velleità di ambire direttamente alla presidenza del Comitato, pur sapendo che questa spetti al primo gruppo d’opposizione». «Guerini», è il ragionamento, «è stato comunque ministro del governo Conte 2 e poi non è Enrico Borghi». E cioè il senatore espressione della linea riformista del Pd, che è stato confermato al Copasir dopo aver avuto la meglio su Francesco Boccia, da sempre sponsor dell’alleanza con il Movimento. Sta di fatto che l’accordo sulla presidenza è tornato in alto mare. C’è chi lega il nuovo stallo all’agenda parlamentare, spezzando una lancia a favore dei cinque stelle: «Ieri si votavano le mozioni sulla guerra Russia-Ucraina e il Movimento avrebbe rischiato il cortocircuito tra la sua posizione pacifista e l’elezione di Guerini protagonista dei cinque decreti sulle armi a Kyiv». I detrattori, invece, non ci girano intorno e imputano ai pentastellati «l’errore grave» di essersi «letteralmente intignati sulla vicenda della Vigilanza Rai. È questa», insistono, «la vera ragione dello stallo».
La partita della Vigilanza Rai: il M5s punta su Ricciardi ma teme le mosse del Terzo Polo
Il M5s, si sa, punta a portare a casa la presidenza della commissione bicamerale con l’elezione del parlamentare Riccardo Ricciardi, ma si sente insidiato dal Terzo Polo, anch’esso in partita essendo gruppo d’opposizione e puntando, è risaputo, su Maria Elena Boschi. E il recente incontro a Palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni e una delegazione del gruppo Azione-Italia Viva guidata da Carlo Calenda non aiuta certo a dissipare i timori pentastellati su future convergenze che potrebbero delinearsi tra maggioranza e terzopolisti. «Ma questa è solo la prova dell’estrema debolezza del Movimento perché in politica se si fa un accordo ci si deve fidare dei propri interlocutori», tirano le somme dalle parti del Nazareno. «Come si fa anche solo a pensare di voler legare tra loro le elezioni delle due presidenze? Significa ignorare o far finta di non sapere che il Copasir, a differenza della Vigilanza, ha una scadenza di legge che, tra l’atro già non è stata rispettata. Senza contare che per la Vigilanza, composta da ben 40 membri che devono essere indicati dai rispetti gruppi, la procedura non è neppure ancora partita».

Per la vicepresidenza del Copasir il favorito è il meloniano Augello
Una cosa è certa: la questione presidenza Copasir è legata a filo doppio pure all’elezione del vicepresidente del Comitato. Qui se reggesse l’accordo su Guerini, che è deputato, il posto di vice spetterebbe a un senatore. A scaldare i motori sarebbero Andrea Augello, membro Copasir in quota FdI, e Licia Ronzulli per Forza Italia. Il favorito, stando a quanto dicono fonti di Palazzo, sarebbe Augello «soprattutto in caso di strappo Pd-M5s. In tal caso, infatti, è molto probabile che i dem chiudano un accordo con Fratelli d’Italia. Così si sbloccherebbe pure la partita della presidenza». I conti sono presto fatti: i membri del Copasir sono in tutto 10, FdI conta tre voti, mentre il Pd ne esprime due. Se a questi cinque consensi si unisse anche solo il voto di Ettore Rosato per il Terzo Polo, la maggioranza sarebbe raggiunta. Uno scenario, questo sì, che potrebbe da un lato dare qualche chance in più, in prospettiva, ai terzopolisti sulla partita della Vigilanza Rai, e dall’altro neutralizzare le ambizioni del Movimento. «Il pericolo c’è», avvertono fonti vicine al dossier. «Più i cinque stelle si comportano in maniera provocatoria nei confronti del Pd e più aumentano i rischi per loro. E purtroppo non solo per loro. La verità è che fuori dalla bolla dei veti incrociati c’è il mondo e ci sono questioni che oggi non trovano un luogo dove poter essere affrontate per legge». Qualche esempio? «Al netto della guerra in Ucraina, c’è la vicenda dell’aereo russo che ha sorvolato in maniera impropria e pericolosa una portaerei americana al largo delle coste italiane, c’è la vicenda dello spionaggio che sta colpendo Cassa Depositi e Prestiti. E, ancora, c’è l’attacco hacker al sito del Vaticano. Per tacere della vicenda Renzi-Belloni. C’è di tutto, insomma, quello che manca invece è appunto il Copasir…».