Cop27, Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della sete
L'attivista appena un anno fa è stato condannato ad altri 5 anni di prigione. Accusato di aver diffuso false informazioni, il blogger è in carcere già da 9 anni e da domenica non beve, inasprendo lo sciopero della fame iniziato sette mesi fa.
Mentre i leader mondiali si sono riuniti a Sharm el Sheikh per la conferenza sul clima, la Cop27, a pochi chilometri di distanza c’è un uomo che ha iniziato lo sciopero della sete. Si tratta dell’attivista egiziano Alaa Abdel Fattah, 40enne incarcerato a Wadi al Natrun, condannato lo scorso anno a 5 anni e ormai in prigione da 9. Nella prigione costruita in mezzo al deserto, al chilometro 92 della strada che collega la capitale il Cairo ad Alessandria d’Egitto, sono imprigionati molti dei detrattori del presidente Abdel Fattah Al Sisi. Il dissidente ha deciso di intraprendere lo sciopero della sete e assume soltanto 100 calorie al giorno. Si teme per la sua vita.

Fattah ha iniziato lo sciopero di fame e sete
Fattah è considerato uno dei leader del movimento di opposizione ed è indicato come uno degli organizzatori delle proteste di piazza Tahir, nel 2011. Da domenica scorsa ha iniziato lo sciopero della sete, che si aggiunge a quello della fame che porta avanti a oltranza da ormai sette mesi. Non ha scelto un giorno a caso, ma l’inizio di Cop27. In molti ora temono per la sua vita, perché il corpo umano non può resistere senza bere per oltre 72 ore. Lui assume soltanto 100 calorie al giorno ormai da tempo e il suo corpo potrebbe essere molto debilitato. Un anno fa è stato condannato ad altri 5 anni in un caso molto simile a quello di Patrick Zaki.

Da Amnesty all’Onu: gli appelli internazionali
A livello internazionale, Alaa Abdel Fattah è molto conosciuto e per questo sono stati tantissimi gli appelli per la sua scarcerazione, nelle ultime ore. Riccardo Noury, il portavoce di Amnesty International per l’Italia, ha commentato duramente che «Cop27 rischia di essere ricordata per un morto, vittima della violazione sistematica dei diritti umani in Egitto». Le Nazioni Unite hanno più volte chiesto la liberazione e lo hanno fatto ancora una volta con la portavoce Ravina Shamdasani: «L’alto commissario per i diritti umani Volker Turk ha espresso profondo rammarico per il fatto che le autorità egiziane non abbiano ancora rilasciato il blogger e attivista Alaa Abdel Fattah. Siamo molto preoccupati per la sua salute».