Alla Cop26 di Glasgow è il giorno di Barack Obama. L’ex presidente degli Stati Uniti d’America, atterrato ieri in Scozia, è intervenuto nel primo pomeriggio di oggi per parlare di clima e di ambiente, confrontandosi con i giovani attivisti presenti. «Il tempo per fare qualcosa sta davvero finendo», dice Obama, carismatico e deciso. E l’ex leader degli Usa non usa mezzi termini nell’analisi del momento vissuto a livello globale: «Non siamo neanche lontanamente dove dovremmo essere». Il riferimento è agli accordi di Parigi di sei anni fa, che lo stesso Obama aveva rivangato su Twitter alla vigilia della sua partenza per Glasgow. «Cinque anni fa, l’accordo di Parigi è entrato in vigore. Parigi ha fornito un quadro importante nella lotta al cambiamento climatico, ma non è bastato. Ecco perché a Glasgow parlerò della strada da percorrere e di ciò che i giovani in particolare possono fare per aiutare» recita il tweet dello scorso 4 novembre.
Five years ago, the Paris Agreement went into effect. Paris provided an important framework in the fight against climate change, but it wasn’t enough. That’s why I’ll be speaking in Glasgow on Monday about the road ahead and what young people in particular can do to help. pic.twitter.com/E7P3X6jtny
— Barack Obama (@BarackObama) November 4, 2021
Obama alla Cop26: «Tutti abbiamo un compito da svolgere»
«La loro impazienza è vitale», ha inoltre dichiarato oggi Obama, parlando dell’importanza delle proteste giovanili e dalla voce di coloro i quali continuano a protestare chiedendo una soluzione. «Tutti abbiamo un compito da svolgere», ha continuato, «negli Stati Uniti, alcuni dei nostri progressi sulla lotta al cambiamento climatico si sono fermati quando il mio successore ha deciso di ritirarsi unilateralmente dall’Accordo di Parigi nel suo primo anno di mandato. Non sono stato molto contento di questo». L’attacco è ovviamente a Donald Trump. L’ex presidente ha poi sottolineato l’importanza dell’allarme lanciato dalle isole più piccole, definendosi un «Island Kid» per essere cresciuto alle Hawaii. I piccoli stati sono stati paragonati ai canarini nelle miniere, in grado di segnalare eventuali fughe di gas in anticipo. Così, secondo lui, l’emergenza climatica passa dagli allarmi di quei piccoli stati che, nonostante le dimensioni contenute, avvertono prima di altri gli effetti del cambiamento delle temperature.
Obama alla Cop26: le accuse di Vanessa Nakate
Ma non c’è stata solo gloria nell’8 novembre di Barack Obama. L’ex presidente ha dovuto incassare le accuse dell’attivista Vanessa Nakate. «Quando avevo 13 anni, nel 2009, avevi promesso 100 miliardi di dollari per finanziare la lotta al cambiamento climatico. Gli Stati Uniti hanno tradito le loro promesse, questo costerà perdite di vite umane in Africa». Il tweet richiama la Cop15 e l’intervento di un Obama deciso a contrastare il cambiamento climatico. «Tu vuoi incontrare i giovani della Cop26. Noi vogliamo i fatti», scrive l’attivista. Nessun confronto, invece, tra Obama e Greta Thunberg, rientrata a casa dopo i due giorni alla guida dei cortei degli attivisti.
Mr @BarackObama, I was 13 when you promised $100B #ClimateFinance. The US has broken that promise, it will cost lives in Africa. Earth’s richest country does not contribute enough to life-saving funds. You want to meet #COP26 youth. We want action. Obama & @POTUS #ShowUsTheMoney pic.twitter.com/40HCsqA5s3
— Vanessa Nakate (@vanessa_vash) November 8, 2021