Giuseppe Conte e Roberto Speranza dovranno presentarsi fra una decina di giorni davanti al Tribunale dei ministri nell’ambito dell’Inchiesta Covid con la quale le autorità stanno cercando di fare luce sulle eventuali responsabilità dei due politici nel merito della gestione dei primi, difficilissimi mesi di pandemia.
Conte e Speranza interrogati a Brescia per l’Inchiesta Covid
Come tutti ricordano, i due politici sono stati i volti punto di riferimento di milioni di italiani nel 2020 e si sono occupati della complessa macchina dell’emergenza sanitaria quando ancora scarseggiavano le mascherine e quando la popolazione era priva della vaccinazione ma anche delle risorse immunitarie adeguate per affrontare il nuovo, aggressivo virus. Entrambi sono dunque attualmente indagati per la gestione dell’emergenza e si dovranno presentare per testimoniare al banco degli imputati a Brescia il prossimo 10 maggio. Tutti gli atti della procura di Bergamo sono stati nel frattempo trasmessi a quella di Brescia, che li ha a sua volta trasmessi al Tribunale dei ministri presieduto dalla giudice civile Maria Rosa Pipponzi.
Le accuse che pendono su Conte e Speranza sono pesanti: si parla infatti di epidemia colposa e della mancata istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro, i due comuni più duramente colpiti durante la prima ondata.
La delicata posizione di Agostino Miozzo
Conte e Speranza non sono gli unici a tremare. La Procura generale di Brescia ha infatti disposto anche l’unificazione della posizione dell’ex coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzo. A quest’ultimo sono contestati reati nella «forma della cooperazione colposa» con l’ex Premier Conte e l’ex ministro della Salute Speranza.

A inizio marzo, ad ogni modo, Miozzo era passato al contrattacco. L’esperto aveva dichiarato di non avere nulla da recriminarsi, spiegando in un’intervista al Corriere: «Posso dire che abbiamo tutti, parlo dei colleghi con cui ho condiviso il lavoro nel Cts, la coscienza tranquilla. Per ciascuna delle valutazioni fatte in quel momento. Un momento che sarebbe assurdo esaminare al di fuori del contesto in cui ci trovavamo».