Conte fa il Corriere
L'ex premier, in ottimi rapporti con Urbano Cairo, si è speso affinché Savona tenesse una linea morbida sulla vicenda Rcs-Blackstone. Sullo sfondo i gelidi rapporti tra il presidente della Consob e Mario Draghi.
Perché Paolo Savona è ancora al suo posto di presidente della Consob nonostante le reiterate voci che lo davano giubilato per volontà dello stesso Mario Draghi? E che relazione c’è tra questo fatto e la vicenda Cairo-Blackstone? Il filo che lega le due cose si chiama Giuseppe Conte. Sì, proprio l’avvocato del popolo ora formalmente a capo del Movimento 5 stelle, che nell’agosto afoso ha stretto contatti con l’editore di Rcs e Corriere della Sera.
La lettera di Conte e l’intervista a Buffagni sul Corriere
Come testimonia l’ampio spazio dato alla lettera che l’ex premier ha scritto al Corriere il 13 agosto, nella quale se n’è uscito con la cervellotica idea che per Milano serva una legge speciale, e il giorno dopo all’intervista a un altro big pentastellato, Stefano Buffagni (al quale peraltro non è stato chiesto conto della sciocchezza sesquipedale che aveva detto circa l’esistenza a Milano di 200 mila bambini poveri, ripetuta paro paro da Conte). Uscite non casuali, con le quali in cambio Cairo ha chiesto a Conte – per il tramite della coppia di legali Sergio Erede e Guido Alpa – di aiutarlo a fare in modo che la Consob persista nella linea morbida fin qui tenuta sulla vicenda del mancato accantonamento per i rischi sul contenzioso con Blackstone.

Lo scontro interno a Consob sulla vicenda Rcs-Blackstone
E di conseguenza che sia salvaguardato Savona, che della linea morbida è stato l’artefice nonostante l’acceso dibattito in seno all’autorità di vigilanza sulla Borsa. Dibattito nel quale, in punta di diritto, si sono scontrati i commissari Paolo Ciocca e Anna Genovese. Oggetto del contendere la liceità della richiesta di accantonamento a fondo rischi già nella semestrale della casa editrice, piuttosto che la necessità di attendere la conclusione del bilancio d’esercizio, ovvero la fine del 2021. Linea che evidentemente alla fine ha prevalso. Ma per tornare a Savona il professore, piccato anche per i rilievi che gli ha mosso Matteo Renzi nel suo ultimo libro proprio in merito alla vicenda Rcs, non perde occasione di far sapere in giro che vuole levare il disturbo («mi hanno rotto, me ne vado»). In realtà è lontano mille miglia dall’intenzione di mollare la poltrona. Ora sarà interessante vedere se Draghi vorrà incassare in nome della realpolitik (non vuole rotture dentro la maggioranza di governo) o se di fronte a questo posizionamento di Conte vorrà rispondere colpo su colpo e finirà col chiedere formalmente la testa del numero uno della Consob. Un’ipotesi che certo non gioverebbe alla causa di Cairo, che sin qui ha avuto buon gioco nel resistere alle attenzioni dell’autorità regolatoria.