Un duro attacco alla presidente Giorgia Meloni e al suo governo si è trasformato in uno scivolone su Matteotti e Andreotti. Giuseppe Conte si è reso protagonista, durante un intervento alla Camera dei Deputati, quando citando il delitto Matteotti lo ha chiamato «delitto Andreotti». Un lapsus che non è sfuggito a tanti, nonostante lui stesso si sia subito corretto. E i social non perdonano. Tanti i post e i tweet in cui viene ripreso il video con l’errore del leader del Movimento 5 Stelle.
Conte citando il famoso discorso di benito mussolini all’indomani del delitto Andreotti pic.twitter.com/GEtL89WBXu
— annarita digiorgio (@ardigiorgio) March 22, 2023
L’attacco di Conte a Meloni su quanto fatto finora
Conte ha iniziato l’intervento con un attacco alla presidente Meloni: «A quattro mesi dall’insediamento del suo esecutivo, avverto il dovere di denunciare con fermezza la grave inadeguatezza che connota la vostra azione, e gli esempi ormai sono molteplici». Ed è lì che ha iniziato a citare varie esempi, partendo dai casi Delmastro e Donzelli, fino alla «superficialità con cui ha offerto la ricostruzione della tragedia di Cutro, che significa mancanza di rispetto dei confronti dell’Italia». Poi il passaggio su «i vostri esperti manager che motivano la squadra citando il discorso di Benito Mussolini all’indomani del delitto Andreotti… Matteotti scusate». Il riferimento è a Claudio Anastasio, che ha rassegnato le dimissioni dalla guida di 3-I S.p.a. dopo aver inviato un messaggio ai dipendenti con il discorso del Duce.
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Conte su genitorialità e Ucraina
Ma Conte, nonostante l’errore e il dietrofront, prosegue. Cita l’argomento trivelle, parla delle tasse che «avete abbassato agli evasori con 12 sanatorie e abbasserete probabilmente ai ricchi» e si sofferma poi sul Mes, che «sta arrivando» dopo «la clamorosa giravolta». Ma gli attacchi più duri sono sulla genitorialità e sull’Ucraina: «Avevate promesso di non toccare i diritti civili, siete arrivati a respingere il regolamento europeo per la registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali, come soltanto in Polonia e Ungheria, accanendovi contro i più indifesi, i bambini, condannandoli a un futuro di figli di nessuno con la scusa dell’utero in affitto. Questione che però merita di essere trattata separatamente». E sul conflitto: «Il 1° marzo 2022 questo Parlamento approvò le forniture militari all’Ucraina ma con precisi limiti: legittima difesa e sostegno a iniziative multilaterali utili a una de-escalation. Noi decidemmo, non senza tormenti di coscienza, di non abbandonare l’Ucraina ma a patto che alle armi si affiancasse subito una forte iniziativa diplomatica dell’Italia, dell’Ue e della Nato. Dopo 12 mesi, tutte quelle promesse sono state tradite, prima da Draghi e ora dal suo governo che del governo Draghi è la brutta copia».
