Giuseppe Conte chiama a raccolta tutti i sostenitori del Movimento 5 Stelle per la grande manifestazione proclamata dal suo partito per il prossimo 17 giugno. Lo fa con un video che parte dalle parole di Giorgia Meloni sul primo maggio e quindi dalla «precarietà», uno dei problemi da contrastare. L’ex premier, poi, “caccia” via dallo schermo l’attuale presidente del Consiglio e lancia il proprio appello: «Ritroviamoci il 17 giugno a Roma. Sfileremo in corteo, per dire no alla vite sempre più precarie e insicure che vuole imporci questo governo». Già a inizio maggio, dopo il colloquio con la premier, Conte aveva spiegato che non c’era «nessuna condivisione».
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Conte: «Meloni ha introdotto maggiore precarietà»
L’attacco di Conte è chiaro: «Il Primo Maggio Meloni ha introdotto maggiore precarietà. E in più ha tagliato la spesa sociale per le persone in difficoltà, accusandole di essere divanisti. Sono riusciti in compenso a trovare soldi per maggiori forniture militari, per armi e munizioni con cui alimentare quest’escalation militare del conflitto russo-ucraino. Sono queste le politiche del governo Meloni che vogliamo? Evidentemente no. Dobbiamo contrastare tutto questo».
Sabato 17 giugno tutti in piazza a Roma! #bastaviteprecarie pic.twitter.com/fVGHTSE87I
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) May 25, 2023
L’ex premier: «Al governo non interessano le vite insicure degli italiani»
Ma Conte non si ferma e prosegue nel suo attacco all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni: «A questo governo non interessano le vite sempre più insicure degli italiani». Poi aggiunge: «Gli italiani non possono essere sottopagati, con 2, 3 o 4 euro lordi l’ora. Non possiamo dimenticarci degli eroi della pandemia, medici e sanitari. Dobbiamo investire maggiormente in sanità, nei nostri giovani che vanno a scuola, in scuole che cadono a pezzi e sempre più insicure. Dobbiamo contrastare tutto questo». Ed è qui che dà l’appuntamento: «Ritroviamoci il 17 giugno a Roma. Sfileremo in corteo, per dire no alla vite sempre più precarie e insicure che vuole imporci questo governo».
