«Siamo qui per risvegliare la coscienza e lo spirito di solidarietà che per noi è assolutamente importante soprattutto in una fase di forti tagli della Manovra, nel segno della austerità. Abbondare le persone più fragili ed indigenti è una follia». Così Giuseppe Conte inizia il suo tour contro l’abolizione del reddito di cittadinanza.
Parte da Napoli il tour di Giuseppe Conte contro l’abolizione del reddito di cittadinanza
«Io non fomento l’odio, semmai la violenza la fomenta un Governo che mira a lasciare sul lastrico senza soluzione persone che sono in condizione di povertà assoluta, che non arrivano a fine mese, che vuole precarizzare sempre più i comparti agricolo e industriale, un Governo che non offre soluzioni per chi è maggiormente in difficoltà» continua il leader del Movimento 5 Stelle. Il tour parte da Scampia, a Napoli, ed è una scelta chiara «per incontrare coloro che hanno delle storie da raccontare, i percettori di reddito in particolare. Loro rivendicano dignità sociale, alcune trasmissioni tv si sono concentrati sui casi rari di comportamenti fraudolenti e per effetto del furore ideologico delle forze di maggioranza ma non solo del Governo, sono stati additati al pubblico lubidrio, ma la povertà non è una colpa».

«Quella del reddito di cittadinanza è una riforma da portare avanti, non va smantellata. Abbiamo bisogno di un sistema di protezione sociale anche perché lo certifica l’Istat: ha salvato un milione di cittadini dalla povertà. Dobbiamo lavorare, adesso, per migliorare le politiche attive, è quello che deve fare una politica seria. Questo significa sollecitare i presidenti di regione a rafforzare i centri per l’impiego, completare la piattaforma informatica per collegare le informazioni e farle circolare tra Agenzia Nazionale del Lavoro, centri dell’impiego, agenzie private, e lavorare in questa prospettiva. Ma togliere il reddito di cittadinanza significa gettare nella disperazione persone che hanno grandissime difficoltà» aggiunge.
Il discorso in piazza
«Pensare di dire oggi a queste persone che addirittura lo Stato volge lo sguardo dall’altra parte, o dire loro non vi preoccupate tanto poi vi arrangerete e vi faremo nei prossimi mesi dei corsi di formazione e troverete lavoro è una presa in giro che non va fatta» continua.

Il dibattito è aperto anche sul conflitto in Ucraina. «Noi lo avevamo già detto a Draghi, e ora, dopo nove mesi di guerra è necessario che il governo passi per il Parlamento. Qui si rischia un conflitto nucleare. È una cosa folle e noi vorremmo dall’inizio che si intraprendessero iniziative diplomatiche finalizzate a un negoziato di pace» conclude Conte.