Consiglio d’Europa, polemiche per il tweet sull’hijab, costretti a rimuoverlo

Redazione
04/11/2021

Polemica sullo spot prima pubblicato e poi tolto da Twitter dall'istituzione di Strasburgo, accusata soprattutto dalla destra francese «di voler promuovere il velo islamico».

Consiglio d’Europa, polemiche per il tweet sull’hijab, costretti a rimuoverlo

Uno spot video pubblicato e poi rimosso sul suo profilo Twitter dal Consiglio d’Europa ha scatenato dure polemiche in Francia. «La bellezza è nella diversità come la libertà è nell’hijab», recita il messaggio lanciato e poi ritirato dall’istituzione di Strasburgo, alle prese con le critiche feroci provenienti soprattutto dall’estrema destra francese. Il video in questione mostrava alcune donne sorridenti, con e senza uno dei veli caratteristici dell’Islam, quello che copre capelli e orecchie lasciando scoperto il viso. Lo spot era stato pubblicato nell’ambito di una campagna contro i messaggi di odio online, come quelli «che prendono di mira, ad esempio, le comunità ebrea e musulmana», riprendendo le parole del portavoce della Commissione europea Christian Wigand.

Consiglio d’Europa: le critiche dell’estrema destra francese

Eric Zemmour e Marine Le Pen sono stati i primi a dar vita alle proteste, ritenendo che il video lanciasse non un messaggio contro l’odio online ma fosse un pretesto per promuovere l’hijab: «Le donne diventano libere quando si tolgono il velo, non il contrario». Il tweet della leader del Rassemblement National è chiaro, al pari del commento di Zemmour, che ha parlato dell’Islam come «nemico della libertà». Duro, inoltre, è stato anche Manuel Valls, ex primo ministro socialista, che ha parlato dello spot realizzato dal Consiglio d’Europa come «scioccante, sconcertante e pericoloso».

Consiglio d’Europa: i motivi della rimozione dei tweet

Il Consiglio d’Europa si è subito attivato per la rimozione dei tweet, diffondendo anche un comunicato in cui ha spiegato la motivazione: «I tweet sono stati rimossi e penseremo a una migliore presentazione di questo progetto. I messaggi facevano parte di un progetto contro la discriminazione, il cui obiettivo era sensibilizzare sulla necessità di rispettare la diversità e l’inclusione e combattere ogni tipo di incitamento all’odio». La frase in questione, ha inoltre sottolineato l’organo di Strasburgo, «riflette le dichiarazioni rilasciate individualmente dai partecipanti a uno dei workshop del progetto e non rappresentano la posizione del Consiglio d’Europa».