Un coniglio sotto sfratto
Circa 400 animali da sette anni scorrazzano nel quartiere Monte Eden, a Auckland, portati da due abitanti della zona. Dopo le proteste dei cittadini, è arrivato il provvedimento del tribunale dell'ambiente: «Dovranno sparire con ogni mezzo».
Monte Eden sarebbe la classica strada suburbana di periferia, con prati e ville circondate da staccionate bianche, se non fosse per i conigli. Tanti. Sono bianchi, neri, maculati e, soprattutto, ovunque. Sotto le sdraio, nelle aiuole, impegnati a giocare o a sgranocchiare le piante di cavolfiore. Secondo una stima al ribasso, in questo angolo di Auckland, Nuova Zelanda, lo scorso mese ne erano stati contati circa 400. Nelle ultime settimane il gruppo di animali, però, si è visibilmente assottigliato, colpa di un provvedimento del locale Tribunale per l’ambiente. Questo ha stabilito che dal prossimo due agosto ne potranno restare soltanto 16: gli altri dovranno sparire «con ogni mezzo necessario». Per questo oltre 200 sono stati soppressi e altri trasferiti in ricoveri per animali. A portarli, nel quartiere residenziale Monte Eden, sette anni fa erano stati Elaine Cowlin e Dylan Lewis.
La storia dei conigli di Auckland
I due residenti, nel 2014, acquistarono quattro animali che, non essendo sterilizzati, incominciarono a riprodursi freneticamente, al punto che Cowlin ha affittato gratis una delle sue due case a Lewis purché si prendesse cura dei conigli. «I numeri per cinque anni erano rimasti sotto controllo, poi si sono improvvisamente impennati», ha dichiarato Lewis al Guardian. D’altronde senza predatori che ne mettano a rischio l’incolumità i conigli aumentano di 3 volte e mezzo l’anno. A un simile ritmo, entro un triennio i 400 di Monte Eden avrebbero superato gli esseri umani del quartiere, circa 14.700. Adorabili come animali domestici i conigli selvatici sono considerati, invece, parassiti e la loro presenza in Nuova Zelanda costerebbe 50 milioni di dollari l’anno in termini di produzione agricola persa e 25 per l’acquisto di prodotti che li tengano lontani dalle coltivazioni.
I conigli pregiudicano il mercato immobiliare
Non sorprendono allora le proteste dei vicini, stanchi dell’odore lasciato dagli animali e di dover fare i conti con i bisogni o le carcasse di quelli morti. Oltre alle questioni igieniche, però, subentra anche l’aspetto economico: da presenza colorita, infatti, i conigli sono diventati adesso un ostacolo concreto per un mercato immobiliare che nella zona vale moltissimo. Per rendere l’idea, una villa lo scorso febbraio è stata venduta addirittura per 3,6 milioni di dollari. Un giro d’affari troppo grande, perché i conigli possano farlo saltare, con buona pace di Cowlin: «Non è come una volta, oggi la gente ha a cuore solo i propri interessi. Adoro i conigli perché hanno uno spirito libero e mi dispiace troppo dover dire loro addio. Ma non c’è altra scelta».