Anche per il 2023 viene riservata la possibilità ai lavoratori dipendenti di poter sfruttare il congedo di paternità. Si tratta di una misura con cui chi diventa papà può godere di un periodo di assenza dal lavoro retribuito di massimo 10 giorni. Può essere chiesto dai lavoratori dipendenti in occasione della nascita, dell’adozione o dell’affidamento di un bambino e può essere sfruttato tra i due mesi precedenti alla nascita e i cinque successivi al parto. È necessario sottolineare che si tratta di un diritto autonomo e distinto che si aggiunge al congedo di paternità alternativo al congedo di maternità che, invece, si attiva solo nei casi gravi di morte, grave infermità o abbandono del bambino da parte della madre.
Congedo di paternità 2023: a chi spetta
Così come previsto dalla legge, il congedo di paternità 2023 è riservato a tutti i lavoratori dipendenti, tra cui:
- i lavoratori dipendenti di Amministrazioni pubbliche, alle quali compete il riconoscimento del diritto e la relativa erogazione del trattamento economico;
- i lavoratori domestici, per i quali non è prevista la sussistenza del requisito contributivo necessario per fruire del congedo di maternità o del congedo di paternità alternativo di cui all’articolo 28 del Testo Unico;
- i lavoratori agricoli a tempo determinato, per i quali non deve sussistere il requisito contributivo.
Congedo di paternità: quando e come richiederlo
Così come già in parte chiarito, il congedo di paternità può essere richiesto in occasione della nascita, dell’adozione o dell’affidamento di un figlio. Il padre può avvalersi del congedo parentale entro e non oltre i primi 5 mesi di vita del bambino. In caso di adozione o affidamento, i 5 mesi vengono calcolati a partire dalla data di arrivo del minore in famiglia o in Italia. Per ottenere il congedo, è necessario presentare domanda al proprio datore di lavoro o all’Inps almeno 15 giorni prima del periodo in cui intende astenersi dal lavoro.