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Tre palle e un soldo

Tribuna politica

Il Convegno dei Giovani Imprenditori dovrebbe essere l’occasione per discutere di Confindustria e del suo ruolo. Invece il 9 e 10 luglio tra Genova e Rapallo va in scena una stucchevole passerella di tutti i segretari di partito.

6 Luglio 2021 10:166 Luglio 2021 15:54 Giovanna Predoni
i politici che partecipano al convegno dei Giovani Industriali

Dei Giovani Imprenditori, gli junior di Confindustria, si parla molto poco. E il molto è quantificabile in due volte all’anno. In estate e in autunno, quando da tempi immemori celebrano i loro incontri, di solito in Liguria (quest’anno tra Genova e Rapallo) e a Capri. Posti ameni, mica la sala convegno di qualche anonimo albergo cittadino, in modo da unire l’utile al dilettevole. L’utile dovrebbe essere un confronto tra gli iscritti (per lo statuto dell’organizzazione si è considerati giovani fino ai 40 anni), l’approfondimento di temi e problemi legati alla categoria nonché più in generale all’economia. Il dilettevole è dato dalla cornice, e dalla parte mondana che solitamente comprende festa e cena di gala.

Una passerella di politici mai vista

Insomma, dovrebbe essere un appuntamento in cui gli Industriali fanno una sorta di seduta di autocoscienza, chiamano i senior a rendere conto del loro operato, li pungolano in chiave critica. Ci fu un periodo in cui il Gruppo giovani era una sorta di frangia rivoluzionaria di Confindustria, i cui capi venivano spesso contestati. Un teatro dove veniva messo in scena anche lo scontro generazionale. Cosa sono invece diventati col passare degli anni? Una inutile, stucchevole passerella di politici che non si lasciano sfuggire l’occasione di apparire a un evento cui giornali e televisioni, in virtù della loro presenza, sono obbligati a dare spazio. Allora scatta la corsa a partecipare, a farsi vedere, a impossessarsi di un microfono e strizzando l’occhio alla platea fare l’inutile comizietto.

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Centrodestra al completo con Meloni, Salvini e Tajani

Così nel tempo la corsa dei politici ha assunto dimensioni paradossali. Basta dare un occhio al programma di questa edizione 2021 per rendersene conto. Il 9 e 10 luglio, sotto il roboante titolo di Storia futura – L’impresa di crescere (solo i titoli del Meeting di Rimini sanno essere più retorici) ci saranno praticamente tutti i segretari di partito più qualche ministro giusto per non far mancare uno spicchietto di governo. Il record dei partecipanti tocca al centrodestra. Meloni, Salvini e Tajani siederanno in prima fila al Centro congressi magazzini del cotone di Genova, perché come è noto i tre leader, specie i primi due, si marcano a vista impegnati come sono in una strenua lotta per la supremazia. E gli altri? i 5 stelle ci saranno con quello che fino a ieri era il loro capo in pectore, ovvero l’ex premier Giuseppe Conte, oggi in bilico tra diventarne il capo vero o il fondare di un suo nuovo partito. Nota a margine, va a Genova, la città di Beppe Gillo, il suo competitor.

All’ultimo momento ci va anche Enrico Letta

I renziani mandano la ministra Elena Bonetti, esperta di politica della famiglia e pari opportunità. All’ultimo momento però, siccome lui è uno che la scena non la divide con i comprimari, anche Matteo Renzi ha dato la sua adesione. Tra i governativi c’è anche l’unico che pare in tema con l’evento, ovvero il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani. E il centrosinistra, che poi visti i travagli pentastellati è sostanzialmente il Pd? Fino a pochi giorni fa nell’elenco degli ospiti non figurava un suo rappresentante. Poi, siccome pareva brutto e magari qualcuno dell’organizzazione ha pensato che i giovani imprenditori avrebbero potuto essere etichettati per destrorsi, è stato chiamato in fretta e furia Enrico Letta. E lo sventurato rispose.

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