Sono in arrivo a breve grosse novità per quanto riguarda tutti gli italiani che da qui ai prossimi anni saranno interessati a partecipare ai concorsi pubblici. Il Governo ha deciso di imporre una netta velocizzazione dei processi (e non solo): ecco tutto quello che è necessario sapere nel merito della questione.
Concorsi pubblici, si cambia: dovranno essere conclusi in 6 mesi al massimo
I futuri dipendenti della Pubblica Amministrazione saranno selezionati da adesso in poi con una nuova procedura. A stabilirlo è stato l’emendamento del governo al decreto Pubblica Amministrazione approvato il 6 giugno alla Camera, insieme al Dpr che verrà accolto durante la giornata di oggi (giovedì 8 giugno) dal Consiglio dei Ministri. In sostanza, tutte le procedure saranno d’ora in poi digitalizzate, incluse quelle degli enti locali.
I lavoratori faranno dunque tutto online, collegandosi al sito InPa.gov.it, per il quale passeranno la pubblicazione del relativo bando e ovviamente le candidature e la pubblicazione dei risultati. I candidati redigeranno i loro elaborati in forma digitale, attraverso una strumentazione appositamente fornita loro. Ci si dovrà inoltre assicurare che il file inviato dal relativo candidato non sia modificabile e che i dispositivi usati al momento della prova non siano collegati a internet.
Il tutto si dovrà svolgere in un arco temporale di 6 mesi al massimo a partire dalla scadenza del termine per la presentazione delle domande di partecipazione.
Le norme relative allo smartworking e alla parità di genere
Rispetto al lavoro da casa la proroga dipende per il momento dall’esito del voto al emendamento relativo al Dl. Si pensa, in ogni caso, di concedere questa possibilità solo per i lavoratori fragili. Niente da fare invece per i genitori di minori sotto ai 14 anni. Il Governo ha inoltre introdotto un emendamento rispetto alla parità di genere: nei bandi dovrà essere presente “la percentuale di rappresentatività dei generi nell’amministrazione che lo bandisce”.
Infine, non ci saranno più prove orali. Fino al 2026 (almeno) questo principio varrà però soltanto per le figure non apicali.