Il dibattito sulle concessioni balneari non accenna a placarsi. Venerdì scorso è stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a firmare con riserva il decreto Milleproroghe, chiedendo al governo di rivedere la proroga alla fine del 2024 delle attuali concessioni. Una norma che è ormai da tempo sotto la lente della Commissione europea, che oggi è tornata a parlarne. Ma che il Milleproroghe, così com’è, non piaccia all’Unione Europea è facile intuirlo dalle parole della portavoce della Commissione, Sonya Gospodinova: «Questo sviluppo è preoccupante e dobbiamo essere pronti». Contro l’Italia è stata aperta una procedura di infrazione già nel dicembre 2020.

L’Ue: «Valuteremo una risposta adeguata»
Il decreto Milleproroghe, promulgato con riserva da Mattarella, fa discutere anche a Bruxelles. Una portavoce della Commissione europea ha dichiarato all’Ansa: «Abbiamo appreso dalla stampa che la conversione in legge del decreto Milleproroghe, che prorogherebbe ancora – almeno fino al 31 dicembre 2024 – le attuali concessioni balneari in Italia, è stata promulgata dal presidente della Repubblica italiana con riserva, in particolare in relazione a “profili di incompatibilità con il diritto europeo“. La Commissione Ue valuterà ora attentamente il contenuto e gli effetti del provvedimento, che non è stato ancora notificato, per valutare la risposta adeguata».
Gospodinova: «Sviluppo preoccupante»
«Come sapete», ha poi dichiarato Gospodinova all’Agi, «c’è una procedura di infrazione in corso, iniziata a dicembre 2020, e l’ultima tappa era stata la revisione della legge sulla concorrenza che era un buon passo nella giusta direzione, ma questo sviluppo è preoccupante e dobbiamo essere pronti». Mentre un portavoce sottolinea come «il diritto Ue richiede che le norme nazionali assicurino la parità di trattamento degli operatori, senza alcun vantaggio diretto o indiretto per alcuno specifico operatore, promuovano l’innovazione e la concorrenza leale, prevedano un’equa remunerazione degli investimenti effettuati e tutelino dal rischio di monopolio delle risorse pubbliche a vantaggio dei consumatori e delle imprese». Infine da Bruxelles spiegano: «La trasparenza e la concorrenza leale darebbero certezza del diritto e stimolerebbero gli investimenti e l’innovazione sia per i concessionari esistenti che per i nuovi operatori nel settore chiave del turismo balneare».
