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Concerti negli stadi: l’importante è esserci, la qualità non conta

Il ritorno dei grandi concerti dopo due anni di pandemia è stato accolto da una sorta di fanatismo. Con date sold out anche per l’autunno. L’importante è esserci, partecipare, condividere il momento. La qualità e i disagi, in questo 2022, passano in secondo piano.

25 Giugno 2022 14:52 Michele Monina
Concerti negli stadi: l'importante è esserci, la qualità non conta

L’importante è partecipare. Chissà se De Coubertin, nel dar fiato alle trombe con la sua frase più nota, qui riportata orfana del riferimento alla vittoria, abbia profeticamente guardato a quel che sta succedendo proprio negli stadi in questa caldissima bella stagione del 2022. Dopo due anni e passa di blocco totale dei live con il comparto della musica tenuto al palo come nessun altro in Italia, è da maggio che non passa giorno, o meglio, serata, che non veda stadi, arene e grandi spazi all’aperto invasi da decine di migliaia di persone accorse per dar vita a una sorta di rito pagano. Con in mano il biglietto di un concerto probabilmente acquistato nel 2019 e più volte rinviato durante la pandemia. Una vera invasione pacifica, come l’altra sera quando a Milano in contemporanea e a poche centinaia di metri andavano in scena i Rolling Stones, a San Siro, e i Killers, all’Ippodromo, in una sorta di sovraffollamento di eventi che vede, ahiloro, alcuni spettatori costretti a scelte drastiche, quando alcuni biglietti comprati a suo tempo vengono recuperati nella stessa serata.

Concerti negli stadi: l'importante è esserci, la qualità non conta
San Siro per il concerto dei Rolling Stones (da Instagram).

L’esserci non sempre coincide con il prendere parte a qualcosa di indimenticabile

Quel che però colpisce, più che questa affannata corsa al recupero, più che legittima per un settore che così tanto ha sofferto, è come il pubblico abbia reagito con entusiasmo, quasi al limite del fanatismo. Molti dei nuovi tour annunciati, parliamo di quelli autunnali, sono già esauriti. Certo, ci sono casi a se stanti, come Ultimo, che si è visto crescere il pubblico sotto il naso, lui che ha una base decisamente adolescenziale, e che quindi ha visto un potente ricorso ai voucher, perché un 12enne che nel 2019 ha chiesto ai genitori di regalargli il biglietto, magari, oggi che di anni ne ha 15, 16, preferisce ascoltare altro. Per il resto è davvero tanta e travolgente la voglia di esserci, di partecipare, appunto, anche se l’esserci non sempre coincide con il prendere parte a qualcosa di indimenticabile, almeno non di suo.

Concerti negli stadi: l'importante è esserci, la qualità non conta
Cesare Cremonini in concerto (da Instagram).

I disagi vanno dalla qualità del suono al ricorso ai Token fino ai prezzi esagerati

Molti, infatti, si sono accorti come la qualità degli ascolti nei concerti, specie in quelli nei grandi spazi come gli stadi o le arene, sia piuttosto discutibile: in alcuni casi i volumi sono così bassi da richiedere la presenza di un cane capace di intercettare gli ultrasuoni e quindi di farci intuire che canzone sta andando in scena per poterla cantare in coro, in altri i volumi sono così sparati da sfociare nella distorsione più clamorosa, con buona pace della qualità e soprattutto del sistema nervoso. Sempre e comunque il disagio è dovuto ai Token, i gettoni da spendere nelle aree dedicate, ormai fissi in questi contesti, ai sovrapprezzi pensati dagli organizzatori per bevande e cibi, in molti casi alla totale assenza di acqua. Non apriamo neanche il paradosso di vivere nell’epoca dell’ecocompatibilità e del surriscaldamento del Pianeta dovuto all’inquinamento e l’assurdità di vedere borracce sequestrate all’ingresso al solo scopo, poi, di vendere bottiglie di plastica usa e getta all’interno e alla difficoltà di arrivare in loco coi mezzi pubblici sovraffollati e parcheggi lasciati a chilometri di distanza, con la totale assenza di riguardo nei confronti di chi, comunque, è sempre intenzionato a divertirsi, perché due anni chiusi in casa sono stati davvero lunghi e la voglia di stare insieme è davvero tanta.

Concerti negli stadi: l'importante è esserci, la qualità non conta
Vasco in Sicilia (da Instagram).

Non solo Stones: in coda anche per Vasco, De Gregori, Venditti, Cremonini e Jovanotti

Quindi sì, sembra che mai come quest’anno l’importante sia partecipare, esserci, che si tratti di andare a vedere gli 80enni Stones, il 70enne Vasco o i suoi coetanei De Gregori e Venditti. O di correre per essere sotto il palco di Cremonini, di Mengoni, dove da correre c’è poco visto che a Roma lo stadio era praticamente mezzo vuoto. O di Jovanotti, ultra 50enne, in procinto di ripartire col suo Jova Beach Party 2, sulle spiagge di mezza Italia, e di Max Pezzali, per la prima volta a San Siro, o dei tanti che si alternano sera dopo sera nei programmi delle cose da fare in città.

Quella del 2022 sarà ricordata come l’estate delle grandi ammucchiate 

Chiaramente tutto questo è destinato a finire, perché i biglietti acquistati negli anni passati quest’anno vedranno finalmente il loro legittimo utilizzo, perché i soldi nel mentre sono un po’ meno dentro i nostri portafogli e perché, finito questo entusiasmo, si suppone, si proverà davvero a tornare verso una qualche sorta di normalità. Ma quella del 2022 verrà sicuramente ricordata come l’estate delle grandi ammucchiate, da Ligabue alle Una Nessuna e Centomila passando per chiunque sia in grado di richiamare a sé folle osannanti. Chissà se chi ha coniato il modo di dire “anche l’occhio vuole la sua parte” aveva in qualche modo in mente tutto questo, fatto che gli ha imposto di lasciare debitamente fuori gli orecchi…

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