Il centrodestra tiene e la luna di miele di Giorgia Meloni con il Paese prosegue. E se si escludono Teramo e Brescia, l’effetto Schlein non si è visto. È vero che molte sfide saranno decise ai ballottaggi. I dem ottengono risultati soddisfacenti a Vicenza, Brindisi e Siena le cui sorti si decideranno tra due settimane, così come ad Ancona, ma l’attuale maggioranza prende Latina, Imperia, Treviso, Sondrio. Mentre a Terni il ballottaggio sarà tutto interno al centrodestra. A proposito di Brescia, c’è da dire che la Leonessa d’Italia aveva catalizzato l’attenzione di tutto il centrodestra con Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani schierati in campagna elettorale. Niente da fare, però. Qui, infatti, ha avuto la meglio il braccio destro del sindaco uscente Emilio Del Bono, Laura Castelletti, sostenuta da un’ampia coalizione che va dal Pd ai Verdi e fino ad Azione e Italia viva.

Nel centrosinistra il laboratorio Pd-M5s non è decisivo
Nelle analisi dei leader, si sa, tutti troveranno il modo di cadere in piedi, avranno qualche vittoria da rivendicare anche perché a destra come a sinistra i vertici dei partiti si sono esposti durante la campagna elettorale in giro per i 12 capoluoghi di provincia e uno di regione. Sul fronte della maggioranza a caricare di aspettative questo appuntamento elettorale era stato Silvio Berlusconi, parlando di un voto che «può incidere sul peso del governo», mentre la presidente del Consiglio aveva chiesto addirittura conferme ai cittadini sulle scelte dell’esecutivo, oltre a tirare in ballo persino le futuribili riforme istituzionali. Sul versante opposto, invece, di «sfida decisiva» aveva parlato la segretaria del Pd che è tra l’altro alla sua prima prova con le urne, avendo conquistato i gazebo dopo le Regionali di Lombardia e Lazio. Certo, dalle parti del Nazareno l’obiettivo resta quello di mantenere Ancona, capoluogo delle Marche ormai terra di Fdi (replicando un po’ l’effetto Udine in Friuli Venezia-Giulia) dove la prima spallata del centrodestra non è stata sufficiente ma il partito di Meloni è cresciuto da 4,4 per cento del 2021 a 18,6 per cento. E riconquistare Siena e Pisa, perse cinque anni fa, oltre a Massa. A Siena è un testa a testa, con Anna Ferretti sostenuta da Pd e Sinistra italiana, sotto di qualche punto a Nicoletta Fabio. Mentre come detto, a Pisa è sotto esame il laboratorio dem-M5s con il candidato civico Paolo Martinelli ora sotto di 9 punti. A Massa il ballottaggio sarà durissimo: qui al primo turno Fratelli d’Italia correva con un candidato, Marco Guidi, arrivato terzo al 20 per cento e probabilmente al ballottaggio convergerà su Francesco Persiani, sostenuto da Lega e Forza Italia.

A Vicenza si punta su Possamai (senza M5s)
Se a Treviso non c’è stato alcun effetto sorpresa stile Verona con Damiano Tommasi, a Vicenza il Pd punta su Giacomo Possamai, capogruppo dem in Regione, che tuttavia si è presentato in asse con il Terzo Polo e non con i 5 stelle: un segnale per Schlein e la sua linea politica, anche in considerazione del fatto che in città il partito aveva appoggiato la corsa alla segreteria di Stefano Bonaccini. Proprio a proposito dell’asse con i pentastellati, tirando le somme, già si può dire che se a Teramo il tandem ha retto e premiato i giallorossi con Gianguido D’Alberto, a Brindisi l’esperimento non è stato altrettanto soddisfacente. Soprattutto per il partito di Giuseppe Conte che ha espresso l’aspirante primo cittadino. E che è riuscito a superare il 3 per cento solo in cinque capoluoghi, superando la media solo a Terni con il 6,5 per cento e a Brindisi con il 5,1 per cento.

Fratelli d’Italia cresce ovunque, la Lega subisce soprattuto a Brescia
Nell’altro campo, invece, a fronte di una coalizione compatta (Massa a parte), i risultati del primo turno hanno ricadute diverse sui vari alleati. Fdi infatti è cresciuto praticamente ovunque. Se a Latina il trionfo di Matilde Celentano è tutto di Giorgia Meloni che prende il triplo dei voti di lista di Matteo Salvini, al leader leghista non va meglio nelle città del Nord. Per quanto a caldo il ministro delle Infrastrutture esulti, parlando di un Carroccio in crescita, è un dato di fatto che, civiche a parte, sia a Brescia e sia a Vicenza sia Fratelli d’Italia a trainare la coalizione. I bresciani, tra l’altro, bocciando il candidato leghista Luca Rolfi, mandano non proprio un bel segnale al vicepremier che già a dicembre scorso aveva subito la sconfitta del suo uomo alla segreteria provinciale. Mentre a Treviso, il dominio leghista con la fascia di sindaco confermata per l’uscente Mario Conti è nel segno di Luca Zaia. Per tacere del magro bottino che le camicie verdi rimediano ad Ancona, l’unico capoluogo di regione al voto. Nella città marchigiana la conquista della fascia di primo cittadino sarà decisa ai ballottaggi. La sfida da queste parti è aperta: sono molto vicini infatti il candidato azzurro Daniele Silvetti e Ida Simonella, sostenuta da Pd e Azione, ma non dal M5s. Tra due settimane gli anconetani decideranno se allineare quindi la città al governo regionale (in capo al fedelissimo di Meloni, Francesco Acquaroli) oppure confermare il centrosinistra.