Alcune commissioni sono state già istituite, come quella di inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, altre sono in cantiere e a breve vedranno la luce, mentre la maggior parte è destinata a restare lettera morta. Dalla commissione su Tangentopoli a quella sul Covid, la lista delle proposte è lunga, testimoniando la tendenza a esagerare nella richiesta di uno strumento che dovrebbe essere straordinario; ma che, d’altra parte, consente la moltiplicazione di poltrone, soprattutto per quanto riguarda la presidenza, oltre che a rappresentare un mezzo per trarre dei vantaggi politici.

L’obiettivo: fare luce su alcuni grandi misteri italiani
L’inizio della legislatura ha scatenato deputati e senatori, intenzionati a far proliferare strumenti di investigazione parlamentare, spaziando da fatti storici a quelli sociali. La novità principale è sicuramente la commissione Orlandi-Gregori, approvata qualche settimana fa alla Camera. L’obiettivo è ambizioso: fare luce su uno dei più grandi misteri della storia italiana, tanto che in un primo momento l’iter a Montecitorio si era interrotto ed è ripreso dopo le proteste delle opposizioni. Il via libera è arrivato pure per la commissione di inchiesta sulla morte di David Rossi, il dirigente di Monte dei Paschi di Siena, riprendendo il discorso interrotto nell’ultima legislatura, quando i lavori dell’organismo erano iniziati da qualche mese.

Contro l’abusivismo edilizio: ma è solo una clava del centrodestra
Un’altra commissione già approvata riguarda invece e le condizioni di sicurezza e lo stato di degrado delle città e delle loro periferie, che dovrà concentrarsi principalmente sulle aree del «territorio nazionale nelle quali ancora persiste il fenomeno dell’abusivismo edilizio». D’altra parte dovrà valutare la «gestione delle iniziative e delle politiche dirette alle periferie, accertando in particolare l’esistenza di forme di consultazione della collettività, di spazi destinati alla partecipazione dei cittadini». Insomma, un lavoro politico che può avere risvolti in vista delle elezioni amministrative del 2024, quando si dovranno eleggere, tra gli altri, i sindaci di Bari e Firenze. Il centrodestra potrebbe farne una clava per attaccare le amministrazioni delle città più importanti, governate dal centrosinistra. A spingere in particolare sulla creazione di questo organismo è stato il deputato di Forza Italia Alessandro Battilocchio, che ha ricevuto ampio sostegno in Aula.
Il Pd spinge sulle condizioni di lavoro: un modo per riavvicinarsi a quel mondo
Proprio ieri alla Camera è passata l’istituzione della commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, un testo voluto da Chiara Gribaudo, deputata del Pd e uno dei nomi di maggiore peso nel nuovo corso dem, guidato da Elly Schlein. Questo organo può diventare un veicolo, se usato bene, per il riavvicinamento del partito al mondo del lavoro, dagli operai alla gig economy. Il via libera alla proposta non ha tardato ad arrivare, visto l’accordo politico trovato con la maggioranza. Altra commissione pronta a nascere è quella bicamerale sui femminicidi: serve l’ultimo passaggio al Senato prima di poter davvero partire.

Gestione del Covid, una trappola contro Conte (e la Lega)
Gli occhi sono puntati poi sulla commissione sulla gestione del Covid, vecchio pallino di Matteo Renzi. Il leader di Italia viva ha fatto presentare il testo sia alla Camera, con Davide Faraone, sia al Senato, con Raffaella Paita. Potrebbe essere il mezzo ideale per mettere in difficoltà il suo avversario di sempre, Giuseppe Conte. Peraltro rischia di creare più di qualche imbarazzo anche a Matteo Salvini, che in quella fase aveva posizioni scettiche ma soprattutto andrebbero a toccare la sua Lega, che con il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha affrontare le ondate più pesanti del virus.

Non poteva mancare un’inchiesta sull’inchiesta di Mani pulite
Fin qui il mondo delle commissioni di inchiesta plausibili. Nei cassetti di Montecitorio e Palazzo Madama, però, giacciono tanti testi per creare varie commissioni di inchiesta: il totale è di 72 (compresi i doppioni, le proposte fotocopia sullo stesso tema, e quelle già varate). Tra tutte spicca la proposta di Battilocchio di Fi, che chiede lo strumento per investigare «sugli effetti delle inchieste giudiziarie riguardanti la corruzione politica e amministrativa, svolte negli anni 1992 e 1993, sulla successiva evoluzione del sistema politico italiano». Un’inchiesta sull’inchiesta di Mani pulite per colpire i nemici di Silvio Berlusconi: i magistrati.

Attenzione del M5s pure sulle sette religiose
Il Movimento 5 stelle, con la deputata Stefania Ascari, punta invece l’attenzione sul fenomeno delle sette religiose. Sulla stessa falsariga si colloca l’iniziativa del parlamentare di Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, che chiede l’attivazione della commissione sui fatti del Forteto, la comunità in Toscana finita al centro di una scandalo per violenze e abusi. Come per il caso David Rossi, anche in questo caso sarebbe un ritorno: nella scorsa legislatura aveva mosso i primi passi prima del voto anticipato di settembre 2022.

Altri temi: emigrazione, capitalismo digitale, fake news…
Il senatore dem Marco Meloni, a lungo braccio destro di Enrico Letta in segreteria, chiede di mettere in moto l’organismo di inchiesta per il «contrasto agli svantaggi derivanti dall’insularità», mentre il collega di partito, attuale capogruppo al Senato, Francesco Boccia, ne immagina un’altra sul «controllo sul capitalismo digitale». Sempre nel Pd Francesco Giacobbe vuole una commissione sull’emigrazione italiana nel mondo. Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (Fdi) sogna uno strumento parlamentare per investigare «sulla violenza politica negli anni tra il 1970 e il 1989» e l’ex ministra Maria Elena Boschi ha ripreso una vecchia idea: la commissione sulle fake news diffuse «attraverso la rete internet, le reti sociali telematiche e le altre piattaforme digitali». Immancabile, infine, una bandiera del partito di Giorgia Meloni, all’insegna del motto “e allora i Marò?”. Così Edmondo Cirielli, deputato di Fdi, pretende di fare chiarezza in sede parlamentare sulla «condotta delle autorità nazionali nella vicenda relativa ai fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone». Quasi un’operazione nostalgia.