La Commissione Europea ha approvato la prima manovra economica del governo Meloni pur criticando le misure su pagamenti elettronici, contanti e pensioni. Temi su cui, ha denunciato Bruxelles, l’Italia non ha ancora compiuto progressi.
Il parere della Commissione Europea sulla manovra
Nel complesso il testo è stato giudicato in linea con attese e richieste in termini di riduzione della spesa pubblica e attenzione agli investimenti per sostenibilità. Critiche sono invece arrivate sul fronte della lotta all’evasione fiscale e alle misure relative alle pensioni. L’esecutivo comunitario ha affermato che, oltre a non avere sufficiente traccia del cuneo fiscale, la Legge di Bilancio include misure che «non sono coerenti» con le raccomandazioni in materia di politica di imposizione fiscale e lotta a chi non paga le tasse.
In particolare, si contesta la politica sull’uso dei pagamenti elettronici (il governo vuole fissare un tetto entro il quale l’esercente non è obbligato ad accettare transazioni col POS) e sulle soglie legali per i pagamenti in contanti (l’idea è quella di innalzare il limite all’utilizzo del denaro liquido a 5 mila euro). La Commissione ha inoltre espresso dubbi sulla proposta di riforma del sistema pensionistico, ravvedendo anche in questo caso «misure non coerenti» con le raccomandazioni per una riforma sostenibile del settore. Ha quindi fornito all’esecutivo alcune indicazioni di riflessioni e l’invito ad un ripensamento.
L’invito a ripensare alcune misure prima di approvare il testo
Se da una parte non boccia la manovra perché, comunque, l’Italia «limita la crescita della spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale e prevede di finanziare gli investimenti pubblici per la transizione verde e digitale e per la sicurezza energetica», soddisfacendo dunque le priorità dell’agenda europea, dall’altra si è riservata di aggiungere la seguente postilla: «Il parlamento nazionale dovrebbe tenere conto di questa discussione prima di adottare il bilancio per il 2023».