Ci sono serie tivù che non muoiono mai. Da Friends ai Soprano, da The Office a New Girl, alcuni dei titoli dell’industria dell’entertainment mondiale continuano a essere protagonisti delle nostre vite anche a distanza di anni dalla prima messa in onda. Quello della comfort tv è un fenomeno curioso. Nonostante le piattaforme di streaming ci bombardino quotidianamente di nuove uscite, la tendenza a ritornare agli episodi visti e stravisti della comedy o del legal thriller del cuore pare essere molto più insistente. E i dati raccolti da Nielsen lo confermano: il 2020 è stato l’anno del rewatch degli sceneggiati vintage, con I Soprano in testa alle classifiche mondiali, scalzati soltanto negli Stati Uniti dalla versione a stelle e strisce di The Office. A dominare i ranking, come riporta la Bbc, anche prodotti più recenti come Vampire Diaries e New Girl, terminati poco più di due anni fa.
Grandi numeri per grandi classici
Il gradimento riscosso dai grandi classici ha spinto grossi network e servizi di streaming a spendere ingenti somme di denaro per accaparrarsene i diritti e inserirli nelle loro librerie. Qualche esempio: WarnerMedia ha acquistato Friends alla “modica” cifra di 425 milioni di dollari per distribuirlo su Hbo Max, mentre Netflix ha puntato su Seinfeld arrivando a spendere 500 milioni di dollari. E il trend non si è certo limitato alla televisione. Questo ritorno alle origini, infatti, ha alimentato anche l’industria del podcast: numerosi content creator si sono dedicati ad arricchire le puntate di interviste agli attori e curiosità inedite sugli show.
Il rewatch come terapia
Secondo Daniel D’Addario, critico di Variety, l’amore ritrovato per la tivù d’antan non è dovuto soltanto alla pandemia: «Si tratta, indubbiamente, di un fenomeno antecedente al 2020 e che, con il lockdown, è arrivato a raccogliere molti più consensi». Per D’Addario il segreto del successo è dovuto, in parte, alla velocità dei servizi online che, al contrario dei dvd o delle videocassette, facilitano binge watching. In parte, invece, all’apporto dato dall’online e, soprattutto, dai social che, con i meme virali, hanno rinfocolato l’interesse per personaggi e storie vissuti nell’immaginario collettivo come una coccola per ritrovare conforto.
L’aspetto terapeutico della comfort tv non va assolutamente sottovalutato. Ne è testimone la scrittrice americana Katie Antoniou che nel 2017, ritornata a casa dopo un lungo ricovero in clinica per attacchi d’ansia, ha trovato in Seinfeld una miracolosa valvola di sfogo. «In quello show non succede nulla di traumatico, non c’è tensione», ha spiegato. «Sai sempre quel che succede e questo ti tranquillizza, ti restituisce sicurezza».
I generi più gettonati: dalla sitcom al medical drama
Ma quali sono i generi che si prestano meglio al rewatch? Per quanto la commedia (in particolare la sitcom) abbia tutte le carte in regola per essere la scelta di punta, grazie ai suoi toni scanzonati e alle sue storie light, le classifiche stilate da Nielsen includono anche diversi political drama, medical drama come Grey’s Anatomy e serie crime che tengono lo spettatore incollato allo schermo per i loro colpi di scena. Anche se ha già visto mille volte un episodio e sa perfettamente come andrà a finire.
Il futuro dello streaming è l’Amarcord
Dato l’engagement degli spettatori, non è difficile immaginare un futuro in cui i giganti dello streaming propendano per investimenti sicuri destinati a show d’annata senza perdersi troppo nel puntare grosse somme su novità potenzialmente poco gradite al pubblico. Per D’Addario, però, non si tratterebbe di uno scenario destinato a sopravvivere a lungo: «Arriverà il momento in cui le nuove generazioni non troveranno più punti di contatto con queste storie, come è già successo a noi in passato con i film amati dai nostri genitori. L’impulso al rewatch rimarrà ma cambierà semplicemente rotta».