Mangiare costa sempre di più in Italia e non al ristorante. Anche a casa. Colpa del caro-prezzi, dovuto ai rincari dei costi energetici e di produzione, alimentati dalla guerra in Ucraina. Sulla base delle rilevazioni Istat sull’inflazione a giugno 2022, che ha raggiunto il record dal 1986 con i beni alimentari in aumento dell’8,8 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, Coldiretti ha stilato una “blacklist” degli aumenti di prezzo al supermercato.
Rincari beni alimentari, a guidare la classifica sono gli oli di semi
In cima alla classifica dei rincari, con un grandissimo margine sugli “inseguitori”, ci sono gli oli di semi (+68,6 per cento), soprattutto quello di girasole che risente del conflitto in Ucraina. Al secondo posto il burro: +27,7 per cento. Segue la farina, con prezzi in salita del 20,5 per cento, spinti in alto dagli aumenti del grano.

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Rincari beni alimentari, gli effetti della crisi del grano
Per lo stesso motivo il rincaro è notevole anche per la pasta: +18,3 per cento. Al quinto posto c’è la margarina (+16,8 per cento), seguita dalla carne di pollo (+15,1 per cento). Al settimo posto il riso, sul cui costo incide la siccità, che sta tagliando i raccolti.
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Rincari beni alimentari, costeranno oltre 8,1 miliardi
Rincari a doppia cifra anche per le uova (+13,6 per cento), seguite da patatine fritte (+13,5 per cento) e gelati, un must dell’estate, che costano il 13,4 per cento in più rispetto allo scorso anno. Il nuovo balzo dei prezzi aggrava una situazione che, secondo una stima Coldiretti, costerà nel 2022 alle famiglie italiane oltre 8,1 miliardi di euro soltanto per la spesa alimentare. A fare le spese dell’inflazione, ovviamente saranno le categorie più deboli.
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