Matthew McConaughey è il protagonista di Cocaine – La vera storia di White Boy Rick, in onda stasera, martedì 12 ottobre 2021, alle 21.20 su Rai 4. Diretto da Yann Demange e distribuito nelle sale cinematografiche nel 2018, il biopic racconta la storia di Richard Wershe Jr, noto come ‘White Boy Rick’ che, nel 1984, all’età di 14 anni, divenne il più giovane informatore dell’FBI, per poi essere scaricato e dedicarsi al traffico di cocaina. Crimine che gli costò un arresto e oltre trent’anni di detenzione.
Cocaine – La vera storia di White Boy Rick: le cose da sapere sul film in onda stasera su Rai 4 alle 21.20
Cocaine – La vera storia di White Boy Rick: il cast
Accanto a Matthew McConaughey nei panni del protagonista da adulto, figurano nel cast anche Richie Merrit nel ruolo di Richard Wershe Jr, Bel Powley in quello di Dawn Wershe, Jennifer Jason Leigh in quello dell’agente Alex Snyder, Rory Cochrane in quello dell’agente Frank Byrd, Eddie Marsan nella parte di Art Derrick, Bruce Dern in quella di Roman Wershe e Piper Laurie in quella di Verna Wershe. Da non dimenticare anche Jonathan Majors (Johnny Curry), Danny Brown (Black Ed), YG (Leo Curry) e Taylour Paige (Cathy Volsan). Presentato in anteprima mondiale al Telluride Film Festival ad agosto 2018, in Italia è arrivato nei cinema a partire da marzo 2019.
Cocaine – La vera storia di White Boy Rick: la trama
Siamo negli Anni ’80. Rickie è un quindicenne che vive nei quartieri poveri di Detroit, dove la crisi dell’automobile ha messo tutti in ginocchio. Le alternative per sopravvivere sono due: vendere armi di contrabbando col padre o iniziare a spacciare cocaina. Il corso degli eventi lo costringerà, ben presto, a collaborare con l’FBI ma il tradimento perpetrato da colleghi e istituzioni lo metterà nei guai, fino a portarlo in carcere.
Cocaine – La vera storia di White Boy Rick: la vicenda reale che ha ispirato la trama
Com’è noto, la pellicola è ispirata a una storia vera. Quella del 14enne Richard Wershe Jr che, nel 1984, tra le periferie malfamate di Detroit, accompagnava spesso il padre nelle compravendite di armi. Fu proprio in una di quelle spedizioni che l’FBI e la polizia della città misero i due alle strette, costringendo il ragazzo a diventare il più giovane informatore di sempre. Una volta terminate le operazioni, gli inquirenti però lo abbandonarono. E fu proprio questo a spingerlo naturalmente verso lo spaccio di cocaina. Crimine che lo condusse ad essere arrestato, a 17 anni, per la detenzione di 8 chili di polvere bianca. La giustizia non gli avrebbe garantito alcuna protezione perché il codice penale parlava chiaro: oltre i 650 grammi, l’ergastolo sarebbe stato obbligatorio. Wershe è rimasto dietro alle sbarre della prigione di Oaks, in Michigan, per oltre 30 anni. Fino al 2017, fu condannato a un’ora d’aria e alla permanenza in una cella grande come un piccolo bagno. La sua liberazione incontrò diversi ostacoli e le offerte di libertà vigilata furono negate in un contenzioso durato anni, nonostante l’aiuto di ex agenti che erano al corrente della sua storia particolare. Nel 2015, il Guardian rivelò che il ragazzo era rimasto al servizio dell’FBI anche in prigione, contattato per penetrare un nuovo gruppo di poliziotti corrotti. Gli stessi che facevano parte di quella rete di traffici che lo aveva visto protagonista negli Anni 80. La sua scarcerazione arrivò a luglio del 2017 ma, un mese dopo, finì nuovamente in cella per una condanna riguardante fatti accaduti nel 1999. A quanto pare, avrebbe aiutato la sorella e la madre a gestire un giro di auto usate, alcune delle quali rubate. Le due furono scagionate dopo patteggiamento, lui scontò la pena in Florida fino a luglio 2020, quando venne definitivamente rilasciato.