Beatriz Flamini ha lasciato quella che è stata la sua casa per 500 giorni, la grotta di Motril (Granada). L’alpinista è entrata nella grotta il 21 novembre 2021, vivendo a una profondità di ben 70 metri sotto terra, seppur con qualche interruzione dovuta a dei problemi «tecnici». Come riportato dal quotidiano El Pais, la 49enne annunciò l’inizio della sua reclusione nella grotta tramite il suo profilo Instagram.
Il rumore del router e la necessità di brevi interruzioni
Secondo quanto riportato dal team al giornale spagnolo, vi sono state delle interruzioni relative al periodo di permanenza nella grotta, una in particolare dovuta a un problema di rumore: dopo 300 giorni di reclusione volontaria, Beatriz ha lasciato brevemente il suo isolamento perché sentiva il rumore del router nel suo cervello, router che aveva con sé nella grotta per comunicare i suoi bisogni primari. In quei sei giorni ha vissuto accampata vicino all’ingresso della grotta mantenendo contatti con una sola persona, entrata a controllare il dispositivo.

L’impresa verrà raccontata in un documentario
L’impresa è stata seguita sui social dai suoi follower, 4.226 persone, e verrà raccontata in un documentario che ha ripreso l’intera avventura. Le prime parole pronunciate dalla donna una volta all’aperto sono state: «Non volevo uscire oggi. In nessun momento ho pensato di smettere. Sono andata molto d’accordo con me stessa». Secondo El Pais «l’obiettivo della Flamini, che si definisce alpinista, atleta d’élite e climber, era restare in una grotta da sola, in isolamento, senza riferimenti temporali, senza notizie e senza contatti con il mondo esterno. La donna, che ha definito ottima e insormontabile questa sfida personale, è stata assistita, appena uscita, da uno psicologo ed è stata sottoposta a visita medica prima di presentarsi davanti alla stampa».