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Asterix e il bla bla bla

Nell’ultimo fumetto della saga, i protagonisti sono impegnati a contrastare lo sfruttamento intensivo del pianeta. Dal cinema alle serie tv crescono i riferimenti al cambiamento climatico. Cos’è la climate fiction e perché potrebbe diventare un problema.

9 Novembre 2021 12:069 Novembre 2021 12:58 Giovanni Sofia
Da Asterix e Obelix ad alcune scene di Signore degli Anelli e South Park: film e fumetti che trattano il cambiamento climatico

Gli ultimi arrivati sono Asterix e Obelix. Ma nella lista, piuttosto lunga, compaiono persino scene di South park e Game of thrones. Numerosi, specie di recente, sono i titoli, dai fumetti ai film, che nei loro episodi hanno trattato il tema del cambiamento climatico e per questo hanno avuto un inaspettato risalto alla Cop 26 di Glasgow. Francisco Ibáñez, fumettista spagnolo, ad esempio, al climate change ha dedicato l’ultimo episodio di Mortadello e Polpetta, la sua creatura di maggior successo, mentre protagonisti di una favola ambientalista sono invece i galli più famosi tra i bambini. Insieme, i testi oggi occupano gli scaffali delle librerie e le vette delle classifiche, soprattutto in Spagna, sintomo lapalissiano di una percezione dilagante del problema.

The day after tomorrow e la nascita della climate fiction

La questione, d’altronde, ha rotto gli argini di un cinema dedicato, diventando progressivamente di stampo generalista. Pioniere del filone Clifi (climate fiction), nel 2004, era stato The day after tomorrow. Nella pellicola diretta da Roland Emmerich, l’emisfero boreale doveva fare i conti con un’improvvisa glaciazione determinata dalla brusca interruzione dei movimenti di corrente nelle acque del Golfo. Un’ipotesi all’epoca fantascientifica, ma che dallo scorso marzo appare meno remota. Studi, infatti, dimostrerebbero un mutamento di velocità nei flussi. Tornando al set, il fenomeno si è da lì espanso, cospargendo i copioni di serie tv, film e libri. È il caso di The Affair, le cui ultime stagioni sono state ambientate in un mondo sommerso da continue inondazioni dovute allo scioglimento dei ghiacciai. «Penso che ciò rifletta lo stato d’animo di una società parecchio allarmata e preoccupata», ha spiegato Adriana Vergés, ecologista e divulgatrice scientifica.

Evidentemente anche quello di Ibáñez, che oggi rappresenta Mortadello e Polpetta impegnati a testare equipaggiamenti contro la crisi climatica costruiti per loro dal professor Batterio. E poco male se, come di consueto, le avventure dei protagonisti si tradurranno in disastri in quantità: rimane la capacità di trattare con un linguaggio ironico tutti gli aspetti della crisi climatica, dal caldo alle alluvioni. «È un argomento di grande attualità e mi piace quando il pubblico trova un collegamento diretto con la realtà. Anche così si sensibilizzano i giovani su un tema delicato», ha detto al Pais Ibáñez.

Asterix e Obelix contro lo sfruttamento intensivo del pianeta

Più sottile è il riferimento in Asterix e il grifone. Qui i galli insieme al druido Pnoramix corrono in soccorso di uno sciamano Sarmati, tribù che staziona ai confini più estremi dell’impero. L’obiettivo è impedire ai romani di conquistare la creatura mitologica. Al netto dei messaggi femministi, con le donne Sarmate impegnate nella guerra con i mariti a casa, è evidente il richiamo allo sfruttamento intensivo delle risorse del pianeta. «I romani rappresentano l’Occidente e l’atteggiamento nei confronti della natura. Il modo in cui ha preso il sopravvento su tutto. I galli sono a metà, mentre i Sarmati incarnano il rispetto assoluto per la natura», ha confermato a Euronews lo sceneggiatore Jean-Yves Ferri. È stato lui, con Didier Conrad, a proseguire la serie creata negli Anni 50 da Goscinny e Uderzo. Questi ultimi già ne La residenza degli dei, fumetto tra i più famosi del 1971, si occuparono della distruzione ambientale.

Non solo comics, però. La crisi climatica è ormai ovunque, da Wall-E a L’era glaciale, passando per Il signore degli Anelli. «Il numero di film, canzoni, spettacoli e libri che si occupano del cambiamento climatico è decisamente aumentato», ha ribadito Theodore Vincent, autore principale del volume sulla Narrativa del climate change attraverso la cultura popolare. «Tutto ciò è molto positivo. Basti pensare a Avengers Infinity War ed Endgame, due dei lungometraggi con i maggiori incassi della storia. Nelle loro trame bisogna evitare di dissipare le risorse limitate di pianeti morenti. Mentre l’ultimo album di Lorde è intriso di riferimenti al cambiamento climatico».

I rischi di un abuso di narrativo del cambiamento climatico

Eppure, sottolineano i critici, c’è un’altra faccia della medaglia, rappresentata dal rischio di una banalizzazione del tema cagionata da un’eccessiva trattazione: «L’equilibrio è interessante. Una normalizzazione del problema potrebbe generare disinteresse collettivo e spegnere i riflettori sull’argomento», ha proseguito Vincent. La teoria di un giusto mezzo trova d’accordo anche David Wallace-Wells, autore di The Inhospitable Planet: «È oggettivamente un bene che tante persone cerchino una soluzione per venir fuori dalla crisi. Il bombardamento di informazioni, tuttavia, potrebbe inconsapevolmente renderci immuni allo choc. In altri termini aprire due vie: farci percepire come normali scenari che ci sarebbero sembrati catastrofici o rafforzare il senso dell’urgenza».

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