Questi mesi caldi sono stati i più afosi dall’inizio del Novecento e presuppongono calamità naturali in autunno. Infatti, con l’arrivo della stagione fredda, le piogge che arriveranno saranno torrenziali e troveranno un terreno arido. A dirlo è il Tenente Colonnello Attilio Di Diodato dell’Aeronautica Militare: «Il trimestre maggio-luglio 2022 è stato a livello nazionale il più caldo dal 1950 ad oggi. Precipitazioni diminuite del 30%, e in autunno rischio eventi estremi. Colpa dell’attività umana e delle emissioni di CO2». Per arrivare a questa conclusione si è preso a riferimento la montagna.
Clima i mesi caldi del 2022 sono i più torridi da 72 anni
Lo zero termico si è ottenuto anche a 5mila metri di quota. Di conseguenza, non si tratta di mesi caldi, torridi. Non si riscontrava un dato simile da 72 anni, cioè dal lontano 1950. Questo è avvenuto ben 27 volte in questi 3 mesi, complice anche lo scioglimento dei ghiacciai.
Il risultato impietoso non è però l’unico: le conseguenze si potrebbero pagare in autunno, anche con l’arrivo di forti trombe d’aria. Questo è dovuto anche al fatto che, mentre durante il periodo della pandemia le emissioni di gas serra si erano ridotte, con il diminuire dei contagi e l’aumento dei consumi che ne è seguito quasi tutte le persone sono tornate alla vita di tutti i giorni facendo aumentare le emissioni.
Il record legato ai cambiamenti climatici
«La temperatura è stata di 2,6 gradi superiore rispetto alla media climatologica del periodo di riferimento, 1981-2010», ha continua Di Diodato facendo riferimento all’attività statistica dell’Aeronautica Militare attraverso le stazioni posizionate su tutto il territorio nazionale. Il dato più preoccupante resta quello della siccità. Secondo la rilevazione, l’Italia ha avuto il 30% di piogge in meno. La comunità scientifica, che vede aumentare la temperatura di anno in anno da ormai 15 anni, ha pochi dubbi sul fatto che questa ondata di calore possa dipendere dai cambiamenti climatici.