Si chiamerà Telosa e sorgerà nel deserto americano. Almeno nelle intenzioni dell’ideatore, dovrà sintetizzare il melting pot di New York, la pulizia di Tokyo e il welfare di Stoccolma. Insomma, sarà «la città più aperta, equa e inclusiva del mondo». Parole del milionario Marc Lore, ex dirigente di Walmart, che ne ha commissionato il progetto allo studio di architettura Bjarke Ingels Group. Il polo da cinque milioni di abitanti e interamente sostenibile dovrebbe occupare una superficie di 500 mila acri e diventare un modello di urbanizzazione 15 minuti, dove ogni necessità – dall’ufficio all’asilo per i bimbi – può essere soddisfatta con spostamenti di un quarto d’ora. Tutto bellissimo, se non fosse che per la realizzazione mancano luogo e finanziamenti per un totale di 400 miliardi di dollari, costo stimato dell’impresa. Per quanto concerne il primo punto, si legge sul sito, sono al vaglio aree in Nevada, Utah, Idaho, Arizona e Texas oltre alla regione dei monti Appalachi.
Telosa, un progetto alla ricerca di investitori
Più complicato ovviamente trovare i soldi, che secondo l’ottimista Lore proverranno da varie fonti, inclusi sussidi per lo sviluppo economico, investitori privati e pubblici, filantropi. Un po’ come lui, classe 1971, che nel 2014 ha fondato il sito di e-commerce jet.com, poi acquistato da Walmart di cui è diventato capo per il commercio online degli Usa. Carica rivesta dal 2016 all’inizio dell’anno in corso, quando ha lasciato il gigante con la motivazione di volersi dedicare ad altro. Dalla partecipazione a un reality, passando per la volontà di tramandare le sue competenze ai giovani, fino naturalmente a Telosa. Che adesso ha bisogno di investitori. A sedurli dovranno essere oltre alle parole e il divieto assoluto di circolazione per i veicoli a combustibili fossili, i primi rendering. Qui si ammirano palazzine avvolte nel verde, cittadini che godono di ampi spazi all’aperto e soprattutto l’Equitism Tower, grattacielo destinato a diventare il faro della città. Avrà il tetto fotovoltaico e sarà munito di un sistema per l’accumulo e la distribuzione di energia e acqua. Tra i problemi più grandi, considerando la posizione, potrebbe esserci, infatti, la siccità.

Telosa, la città del futuro non troppo lontano
Una città di un futuro non troppo lontano. La prima fase con il trasferimento di 50.000 persone su 1.500 acri avrà un costo stimato di 25 miliardi e dovrebbe cominciare nel 2030. Nel giro di quarant’anni da oggi, poi tutto dovrebbe funzionare a pieno regime. Compresa la governance, che ispirata – come suggerisce il nome – al telos di aristotelica memoria mira alla costruzione di oggetti e strutture in funzione del perseguimento di obiettivi superiori. Secondo Lore d’altronde «le città costruite sulla Terra sono state pensate esclusivamente come progetti immobiliari, senza posizionare le persone al centro. Noi vogliamo ribaltare una simile concezione. Sarà la gente la nostra stella polare». Gli ha fatto eco il fondatore Big Bjarke, Ingels: «Telosa incarna la cura sociale e ambientale della cultura scandinava e le opportunità della società americana». Perfettamente in linea con altri progetti portati avanti nel tempo dal celebre studio di architettura. Questo ha firmato la pista da sci sul termovalorizzatore di Copenaghen, le sedi Google in California e a Londra e, soprattutto, una città di 2mila persone ai piedi del monte Fuji, commissionata da Toyota. Per dimensioni, non esattamente Telosa, ma caratterizzata da veicoli a guida autonoma e un impiego massivo dell’intelligenza artificiale.