Cingolani smentito prima sul nucleare poi sulle cause dell’aumento delle bollette
Prima il ministro della Transizione ecologica ha aperto sul nucleare venendo smentito dall'ad Enel Starace e conquistando solo l'appoggio di Salvini. Poi è arrivata la "bocciatura" dal vicepresidente Ue Timmermans sulle ragioni dell'aumento delle tariffe elettriche.
Nel giro di 10 giorni il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani ha rimediato due smentite. La prima sull’apertura al nucleare e la seconda sull’aumento delle bollette.
Cingolani e l’apertura al nucleare
Il 2 settembre Cingolani aveva aperto al nucleare spiegando che non doveva più essere un tabù soprattutto ora che «si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione, senza uranio arricchito e acqua pesante». Il ministro, che è anche un fisico, aveva aggiunto intervenendo alla scuola di formazione di Italia Viva a Ponte di Legno: «Il mondo è pieno di ambientalisti radical chic ed è pieno di ambientalisti oltranzisti ideologici. Loro sono peggio della catastrofe climatica verso la quale andiamo sparati se non facciamo qualcosa di veramente sensato».
La smentita di Starace, ad Enel: «Una riconsiderazione del nucleare non è realistica»
A stretto giro era arrivata la replica a distanza dell’ad di Enel Francesco Starace. «Nella transizione energetica bisogna fare in fretta ma la strada non è il nucleare», aveva messo in chiaro Starace al workshop Ambrosetti. «Nel mix energetico italiano meno combustibili fossili ci sono e meglio stiamo tutti. Quanto più velocemente ci disfiamo della percentuale di energia che stiamo producendo da fonti fossili, tanto meglio siamo messi dal punto di vista energetico. Per fare questo è necessario accelerare gli investimenti nelle rinnovabili». Dunque sì alle energie verdi ma non è realistico pensare a una riconsiderazione dell’atomo. Perché «quello che viene definito ‘nuovo nucleare’ non è tanto nuovo come sembra».
La denuncia di Bonelli: «Il ministro ha concesso il patrocinio all’associazione Stand up for nuclear»
Dura la reazione del co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli. «Il ministro della Transizione ecologica tre giorni fa ha concesso il patrocinio del suo ministero all’associazione nuclearista Stand up for nuclear Italia per un evento che si svolgerà in alcune città dal 24 settembre al 9 ottobre finalizzato a promuovere l’uso dell’energia nucleare», ha dichiarato, aggiungendo: «Oltre al patrocinio il ministro ha autorizzato l’associazione nuclearista a partecipare ai lavoratori preparatori della conferenza Onu sul clima che si terranno a Milano a fine settembre in preparazione della Cop26 di Glagsgow». Cingolani, secondo il leader dei Verdi, ha dimenticato «che in Italia due referendum popolari hanno bocciato il nucleare e che dovrebbe sentirsi impegnato a promuovere le energie rinnovabili e preoccuparsi che con le attuali politiche del governo gli obiettivi climatici dell’Europa saranno raggiunti con 29 anni di ritardi, secondo uno studio del Forum Ambrosetti e della fondazione Enel che evidenzia anche una perdita di 424 miliardi di investimenti nelle politiche per il clima».
Cingolani e l’endorsement di Salvini sul nucleare: «Sì a una centrale in Lombardia»
Un risultato però Cingolani lo ha portato a casa. Il sostegno di Matteo Salvini. In Italia, ha detto il segretario della Lega, serve «riavviare una ricerca sul nucleare, visto che in Europa sono operative 128 centrali nucleari ovunque». Questo però senza passare da un nuovo referendum. «Ne facciamo uno alla volta e stiamo raccogliendo ancora le firme per quello sulla giustizia», ha ricordato da Milano Salvini che ha accennato alla possibilità di realizzare una centrale nucleare in Lombardia. «In Lombardia ci sono 13 termovalorizzatori, anche a Milano», ha aggiunto. «L’energia nucleare è quella più pulita e sicura, quindi perché no: da milanese vorrei pagare la luce meno noi stiamo andando in senso contrario rispetto a tutto il mondo. Dei paesi del G8 l’unico senza energia nucleare è l’Italia».
Cingolani e le “colpe” dell’Ue per il rincaro delle bollette
La seconda smentita a Cingolani è arrivata addirittura dall’Europa. Il ministro il 13 settembre aveva lanciato l’allarme: «Lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20 per cento, questo trimestre aumenterà del 40». Un rincaro causato, da Cingolani, da due ragioni principali: perché «il prezzo del gas a livello internazionale aumenta» e «perché aumenta anche il prezzo della CO2 prodotta». E questo a causa delle politiche comunitarie (e del sistema Ets) che spingono a una riduzione delle emissioni. Per combattere la crisi climatica l’Ue, infatti, ha stabilito che le aziende che emettono il principale gas serra, fra cui quelle che producono energia, debbano acquistare quote di emissioni nel sistema europeo Ets. Il prezzo di queste quote è aumentato gradualmente, per spingere le aziende a decarbonizzare. Ma questo può portare anche a un aumento dei costi di produzione e quindi delle tariffe. «La transizione ecologica deve andare di pari passo con quella sociale, altrimenti le imprese perdono competitività e i cittadini con reddito medio bassi faticano ulteriormente per pagare dei beni primari come l’energia», aveva ribadito Cingolani.
Cingolani smentito dal vicepresidente della Commissione Ue Timmermans
A smentire Cingolani – senza nemmeno citarlo – ci ha pensato il vicepresidente della Commissione europea e responsabile del Green Deal Frans Timmermans che parlando in plenaria al Parlamento di Strasburgo ha affermato che «solo circa un quinto dell’aumento dei prezzi dell’energia può essere attribuito all’aumento dei prezzi della CO2». Quindi nell’aumento delle bollette la transizione climatica c’entra poco. «L’unica cosa che non possiamo permetterci è che la parte sociale si opponga a quella climatica», ha messo in guardia Timmermans. Anzi, ha continuato il commissario, «se avessimo avuto il Green Deal 5 anni prima, non saremmo in questa posizione, perché allora avremmo meno dipendenza dai combustibili fossili e dal gas naturale», e i prezzi rimarrebbero stabili.