Chi sono i protagonisti della neo Nouvelle Vague del cinema francese
Belli, bravi, impegnati. Da Timothée Chalamet a Felix Moati, da Adèle Exarchopoulos a Lèa Seydoux chi sono i protagonisti della neo Nouvelle Vague francese che conquista anche Hollywood.
Giovani, belli e impegnati. In Francia sta crescendo una generazione di giovani attori che sì strizzano l’occhio a Hollywood e alle grandi produzioni cinematografiche, ma mantengono quell’allure intellò che tanto piace e convince.
Il grande ritorno del cinema francese
La corrente che si sta sviluppando oltralpe si potrebbe quasi definire una sorta di neo-Nouvelle Vague che ha per protagonisti anti-divi di notevole spessore intellettuale, impegnati nel sociale, attenti ai temi climatici e soprattutto interpreti eccelsi della fluidità del nostro tempo. E se la Nouvelle Vague francese della fine degli Anni 50 aveva dato voce all’inquietudine di una generazione, il cinema francese contemporaneo si svincola dal linguaggio didascalico classico per approfondire, attraverso i suoi interpreti, tematiche oggi più che mai scomode.
Adèle Exarchopoulos, la sensualità libera
Lo fa in maniera, appunto, fluida e disinvolta perché, come spiegato da Adèle Exarchopoulos, una delle attrici che meglio rappresentano questo nuovo cinema francese, in un’intervista a Vanity Fair dell’agosto 2021 «la mia generazione non è granché legata al concetto d’identità, anzi si muove troppo velocemente e devi stare al passo». Se ne era avuta la prova in La Vita di Adele (2013) del regista Abdellatif Kechichenel, pellicola scardinante interpretata proprio da Adèle Exarchopoulos. Il film aveva messo sotto l’obbiettivo della telecamera lo smantellamento delle certezze e dei valori tradizionali vissuto da un’adolescente francese e dalla relazione con una donna.

Léa Seydoux, la musa della neo Nouvelle Vague
Accanto ad Adele Exarchopoulos, ne La vita di Adele nei panni della giovane androgina dai capelli blu recitava Léa Seydoux considerata dai critici la nuova musa della neo-Nouvelle Vague. Bella, ribelle, intelligente, impegnata nel sociale e nella lotta di genere Seydoux fa pensare a Jeanne Moreau. Ha iniziato a recitare da ragazzina scegliendo la scuola di teatro solo perché le piaceva il nome tra quelle trovate sull’elenco telefonico. Nemmeno a dirlo si chiamava Les Enfants Terrible e mai nome parrebbe più evocativo per definire il carattere e il modo di recitare di Lea che, indifferente al bisogno di essere inserita in un filone piuttosto che in un altro, nel corso della sua carriera non ha avuto problemi a passare dalle piccole produzioni indipendenti ai grandi blockbuster come Mission Impossible o la saga di James Bond. Seydoux è stata infatti due volte scelta per interpretare la Bond girl dello 007 più famoso del mondo in Spectre e in No time to die. Nel 2017 l’attrice si era unita anche al movimento #MeToo per denunciare un tentativo di molestia subito dal produttore Harvey Weinstein. Lea, mentre il produttore-orco tentava di molestarla – era riuscita a svincolarsi e scappare, ma aveva scelto di raccontare l’episodio proprio per far capire alle giovani che fuggire è possibile. In seguito l’attrice aveva anche precisato che l’enorme eco avuta da #MeToo aveva finito per strumentalizzare un tema importante come quello della violenza di genere.

Virginie Efira, ribelle e disinibita
Scardinante e scomoda è anche l’attrice e produttrice Virginie Efira che, a 44 anni, è stata superba nell’interpretare una suora lesbica nella pellicola Benedetta film tratto dalla vera storia della badessa del XVII secolo Benedetta Carlini. Il film si basa sul libro Immodest acts – La vita di una suora lesbica nell’Italia rinascimentale di Judith C. Brown.

Marion Cotillard, dalla parte dell’ambiente
Della stessa generazione di Efira è Marion Cotillard, 46 anni, premio Oscar 2008 per La Vie en Rose, pellicola che ha portato sul grande schermo il mito intramontabile della cantante francese Edith Piaf. Dai blockbuster ai film d’autore, Cotillard ha inanellato un successo dietro l’altro senza dimenticare mai il suo impegno da attivista per il Pianeta. Proprio come la collega Brigitte Bardot anche Cotillard è da sempre in prima linea sui temi ambientali. Secondo Anna Karina, storica attrice della Nouvelle Vague scomparsa nel 2019, Cotillard è l’erede naturale di quel filone cinematografico che ha consacrato la settima arte di Francia. Ma entrano a buon diritto nella lista anche Doria Tillier, definita dal magazine Elle la nuova Catherine Deneuve o la neo Jake Birkin, e Berenice Bejo, interprete franco brasiliana candidata all’Oscar come migliore attrice non protagonista per il film The Artist.

Louis Garrel, il Godard contemporaneo
Non meno nutrito è l’esercito degli interpreti maschili che ben si inscrivono in questo filone a partire da Louis Garrel, 38 anni, che sul grande schermo ha prestato il volto proprio a Jean-Luc Godard, il padre della Nouvelle Vague nella pellicola Il mio Godard. Dall’aspetto tenebroso, Garrel sembra un dandy d’altritempi sempre scarmigliato e scomposto. Sposato dal 2017 con Laetitia Casta, Garrel viene da una famiglia di cineasti. Il padre, Philippe Garrel è un celebre regista mentre la madre è un’attrice. Il suo padrino Jean-Pierre Léaud ha lavorato con François Truffaut e sin da piccolo è cresciuto nel mito del grande cinema francese indipendente. Anche Garrel utilizza il cinema soprattutto come strumento di denuncia politico sociale. Di recente alla Festa del cinema di Roma l’attore ha presentato il suo terzo lungometraggio intitolato The Crusade, un docu-film sui rischi del cambiamento climatico e sull’importanza del ruolo dei giovani – con la loro coscienza, vedi Greta Thunberg – nella lotta per salvare il Pianeta. Nel film recita accanto alla moglie Laetitia Casta a riprova di quel binomio indissolubile di cinema, arte e vita che connotava la Nouvelle Vague e che si ritrova nella nuova generazione di artisti.

Omar Sy e la poesia del cinema d’autore
Quello interpretato da questi attori impegnati, ribelli e fuori dagli schemi è un cinema che fa riflettere e che commuove, che si prende il tempo per far pensare e che restituisce all’attore la sua funzione di interprete del reale. Lo fa bene Omar Sy, il badante di Quasi amici che con delicata eleganza è stato squisito nella pellicola del 2011 che raccontava dell’incontro tra di ricco aristocratico Philippe diventato tetraplegico dopo un incidente e Driss, ragazzo di periferia appena uscito dalla prigione, assunto come assistente personale. Classe 78, figlio una cameriera originaria della Mauritania e di Dembe Sy, un operaio senegalese immigrato in Francia, Sy in Samba (2014) diretto da Olivier Nakache e Éric Toledano ha raccontato la vita nella clandestinità degli immigrati in Francia. Passando dal cinema impegnato al pop, Sy è il protagonista della serie Netflix Lupin.

Felix Moati, il nuovo Jean Paul Belmondo
Ricorda un po’, invece, Jean Paul Belmondo Felix Moati, 31 anni, attore che sembra uscito da una pellicola vintage. Spettinato, cappotto nero oversize e scarpe comode Moati è il cantore degli ultimi e degli oppressi. Sa disegnare le ossessioni della sua generazione come nessun altro; il disagio di una generazione di giovani uomini allo sbando perché alle prese con genitori ancora bambini, mal adattati alla società e in eterno credito col mondo. Il suo Father & Sons del 2018 è una perla che racconta del rapporto impossibile di due figli che, nonostante tutto, amano il padre depresso e ubriacone e che tentano di salvare e redimere dai suoi stessi mostri.

Timothée Chalamet, il volto della Francia a Hollywood
Spettinato, etereo e amato da Hollywood è anche Timothée Chalamet protagonista nel 2017 di Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino per il quale nel 2018 è stato nominato agli Oscar come miglior attore protagonista a soli 22 anni, il terzo attore più giovane della categoria e il più giovane dagli Anni 30. Nel 2019 ha collaborato con Woody Allen in Un giorno di pioggia a New York e nuovamente con Greta Gerwig in Piccole Donne. Nel 2021 è suo il ruolo di Paul Atreides nel kolossal Dune di Denis Villeneuve, interpretazione che lo ha consacrato star mondiale del cinema.

Gaspard Ulliel, un talento scomparso troppo presto
Nella lista va, infine, incluso anche Gaspard Ulliel, morto a metà gennaio a causa di un’incidente sugli sci a soli 37 anni. Ulliel era un altro sublime cantore della fragilità dell’uomo. Protagonista tra le altre pellicole di Saint Laurent, era stato in grado di restituire davanti alla macchina da presa le luci e ombre di Yves, il sarto divenuto stilista che ha cambiato il destino della moda francese.