Cina, è allarme siccità: con il Fiume Azzurro in secca manca l’energia idroelettrica

Matteo Innocenti
22/08/2022

Il basso livello del Fiume Azzurro rende difficili i trasporti fluviali e l’approvvigionamento di energia elettrica in Cina, proprio quando la richiesta è in aumento. Nel Sichuan chiudono le fabbriche. Intanto, Pechino si prepara a provocare piogge con il cloud seeding.

Cina, è allarme siccità: con il Fiume Azzurro in secca manca l’energia idroelettrica

Da metà giugno, la Cina sta affrontando le ondate di calore più intense e durature dall’estate-record del 1961. Nelle ultime due settimane, in particolare, il bacino del Fiume Azzurro sta vivendo un periodo eccezionalmente caldo e secco, in quella che invece dovrebbe essere la stagione delle inondazioni: questo ha costretto le autorità a sospendere o limitare la fornitura di energia idroelettrica alle imprese, così da poter garantire l’approvvigionamento alle famiglie.

Cina, serve più energia ma quella idroelettrica scarseggia

A luglio e agosto, le precipitazioni nel bacino del Fiume Azzurro (conosciuto anche come Yangtze) sono state di circa il 45 per cento inferiori al normale e, secondo le previsioni meteo, le alte temperature dovrebbero persistere per almeno un’altra settimana. La siccità ha avvizzito i raccolti e causato il restringimento di tanti corsi d’acqua in Cina, compreso l’immenso Fiume Azzurro, il terzo più lungo al mondo. Così come sta accadendo con il Reno in Europa, il basso livello del fiume sta rendendo difficoltosi i trasporti fluviali, ma sta riducendo anche l’alimentazione per le centrali idroelettriche, proprio in un periodo in cui nel Paese cresce la domanda di aria condizionata: in Cina sono state registrate temperature di 45 gradi. Serve energia, ma scarseggia.

Cina, è allarme siccità: con il Fiume Azzurro in secca manca l’energia idroelettrica. I problemi principali nel Sichuan.
Lo Yangtze, oggi in crisi idrica, è il terzo fiume più lungo al mondo (Getty Images)

Crisi idrica del Fiume Azzurro, i principali problemi nel Sichuan

La crisi idrica del Fiume Azzurro sta provocando conseguenze in particolare nel Sichuan, che ottiene l’80 per cento della sua energia dalle dighe idroelettriche. Altre province, che dipendono maggiormente dall’energia a carbone, sono interessate in maniera minore. È da una settimana che il governo provinciale del Sichuan ha sospeso l’alimentazione di energia a un’ampia fascia di utenze industriali, comprese quelle un tempo indicate come prioritarie. Fabbriche che producono chip per processori, pannelli solari e componenti per auto hanno dovuto chiudere (o ridurre l’attività) la scorsa settimana per risparmiare energia destinata alle abitazioni. Per lo stesso motivo condizionatori, luci e ascensori sono stati spenti negli uffici e nei centri commerciali.

Cina, è allarme siccità: con il Fiume Azzurro in secca manca l’energia idroelettrica. I problemi principali nel Sichuan.
La diga delle Tre Gole lungo il Fiume Azzurro (STR/AFP via Getty Images)

La situazione nel bacino dello Yangtze

Lo stop alle fabbriche del Sichuan, importante centro di produzione di sali di litio, batterie al litio, materiali in silicio per il solare fotovoltaico e semiconduttori, ha provocato un effetto domino: a Shanghai, dove il Fiume Azzurro sfocia con un delta nel Mar Cinese Meridionale, diversi stabilimenti (compreso quello di Tesla) hanno sospeso la produzione a causa dell’interruzione delle forniture di componenti. Proprio a Shanghai, lo Yangtze sta subendo un’intrusione di acqua salata, che di solito è un fenomeno invernale, a causa della mancanza di acqua dolce che scorre contro quella di mare: è una minaccia per l’approvvigionamento idrico comunale. Sempre lungo il bacino del Fiume Azzurro, i grandi laghi Poyang (provincia di Jiangxi) e Dongting (Hunan), stanno registrando livelli d’acqua di oltre cinque metri inferiori alla media storica.

Situazione problematica anche nella città autonoma di Chongqing, situata alla confluenza dei fiumi Azzurro e Jialing, anch’essa hub per la produzione di elettronica: basti pensare che la secca dello Yangtze ha portato alla luce un’isola sommersa con una scultura buddista, un altorilievo scolpito su un masso raffigurante tre monaci, di cui uno seduto a gambe incrociate su un piedistallo di loto. La siccità è un problema serio: i media statali affermano che il governo di Pechino cercherà di proteggere il raccolto di grano autunnale, che rappresenta il 75 per cento del totale annuale cinese, sparando sostanze chimiche nelle nuvole per cercare di generare pioggia. Il cosiddetto cloud seeding (“semina delle nuvole”) come extrema ratio.

L’importanza del Fiume Azzurro (assieme a quello Giallo) per la Cina

Il Fiume Azzurro è il più lungo dell’Eurasia e il terzo per lunghezza nel mondo, dopo il Rio delle Amazzoni e il Nilo. Lo Yangtze raccoglie un quinto della acque della Cina: è proprio nel Sichuan che, grazie ai numerosi affluenti, incrementata in modo significativo la propria portata. Le fertili aree del delta del fiume Azzurro generano circa il 20 per cento del pil della Repubblica Popolare Cinese, per il quale questo corso d’acqua (insieme al Fiume Giallo) ha un enorme valore storico, sociale, economico. Tuttavia negli ultimi anni il fiume ha subito gravissimi danni ambientali, a causa dello sfruttamento dell’agricoltura e degli scarichi industriali: adesso la siccità estrema, dopo che nei decenni precedenti l’aumento delle temperature aveva già portato alla perdita di numerosi laghi, affluenti e paludi adiacenti.