Cielo terso per ordine di Pechino

Redazione
06/12/2021

In occasione delle celebrazioni per il centenario del Partito Comunista, il governo cinese avrebbe utilizzato la tecnica del cloud seeding per modificare il clima e ottenere aria pulita. A rivelarlo uno studio della Tsinghua University.

Cielo terso per ordine di Pechino

Potrebbe sembrare la trama di una qualsiasi serie tivù di fantascienza, eppure non lo è. Secondo un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori della Tsinghua University, le autorità meteorologiche cinesi avrebbero manipolato con successo il meteo in occasione delle celebrazioni per il centenario del Partito Comunista. 

Modificare il clima attraverso la ‘semina delle nuvole’

Nella giornata del primo luglio di quest’anno, le decine di migliaia di persone accorse in Piazza Tienanmen hanno potuto godere di una giornata tersa e respirare aria pulita grazie a presunte operazioni di cloud seeding o ‘semina delle nuvole’, una tecnica che utilizza sostanze chimiche per disperdere la nebbia, sopprimere la grandine e aumentare la frequenza delle precipitazioni. Tecnologia di cui il governo di Pechino si è sempre proclamato un entusiasta supporter, spendendo ingenti capitali utili a tenere sotto controllo il clima nelle regioni agricole (traino di uno dei settori più virtuosi dell’economia nazionale) o in vista di eventi di una certa importanza come le Olimpiadi del 2008.

Le ipotesi degli scienziati

Da quanto si legge nel report, pubblicato sulla rivista Environmental Science, nel periodo dell’anniversario il Paese stava facendo i conti con sfide ambientali complicate. Un incremento inaspettato dell’inquinamento e cieli grigi e coperti in una delle estati più umide di sempre. Chiudere temporaneamente le fabbriche in quella settimana non sarebbe bastato a riportare i valori della qualità dell’aria entro standard accettabili e, per questo motivo, gli esperti avrebbero adottato un metodo alternativo. Alla vigilia della grande festa, sarebbe stata predisposta una sessione di cloud seeding di oltre due ore. Come testimoniato anche da un gruppo di residenti delle regioni montuose vicine a Pechino che hanno dichiarato di aver visto sfrecciare in cielo aerei utilizzati, a detta degli scienziati, per trasportare in cielo ioduro d’argento, stimolare meccanicamente la pioggia e ripulire l’atmosfera dalle scorie. Riducendo di oltre due terzi la percentuale di particolato e stabilizzando nuovamente i livelli entro gli standard suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. «In quelle settimane, l’unico evento meteorologico rilevante sono stati proprio i frequenti rovesci, ecco perché pensiamo che la riduzione dell’inquinamento non possa dipendere da cause naturali e abbia un legame stretto con il processo di inseminazione», hanno spiegato gli studiosi del team guidati dal professor Wang Can.

Tra investimenti stellari e tentativi di normalizzazione

Sin dallo scorso anno, Pechino ha annunciato l’intenzione di espandere le sue sperimentazioni sulla modifica del clima a un’area di 5,5 milioni di chilometri quadrati e il Consiglio di Stato ha dichiarato di voler allargare il progetto a una superficie ancora più ampia entro il 2025, nella speranza di poter ricorrere a strumenti di gran lunga più sofisticati e avanzati. Nonostante l’evidenza scientifica abbia spesso corroborato il successo della metodologia, non manca chi ha fatto notare come manipolazioni del genere possano causare disequilibri irreversibili nei sistemi meteorologici del resto del mondo. Anche se, fino a ora, sono state usate solo in concomitanza di situazioni limite (ad esempio, ridurre i danni da grandine nei campi dello Xinjiang) o a scopi di propaganda, per assicurarsi la buona riuscita di kermesse politiche o sportive rilevanti (come il vertice della Cooperazione Economica Asiatico-Pacifica nel 2014 o le parate della Giornata Nazionale della Repubblica Cinese). A giudicare dagli investimenti che la Cina ha fatto nel settore (spese pari a 1,3 miliardi di dollari americani per 233,5 miliardi di metri cubi di pioggia indotta artificialmente), tuttavia, pare proprio che i vertici abbiano intenzione di istituzionalizzare il blueskying e il resto delle attività di modifica del clima. Normalizzandone gradualmente l’utilizzo indipendentemente dalle conseguenze e dai pareri contrastanti dei detrattori.