Cina, con il Covid in calo nascite e matrimoni: i Minions per contrastare la crisi demografica
Costo della vita, cambiamenti sociali, Covid: per vari motivi le nascite sono ai minimi storici in Cina, che dal 2021 permette alle coppie di avere tre figli. Pechino le sta tentando tutte contro crollo demografico e invecchiamento della popolazione: anche chiedere aiuto ai Minions.
Two is meglio che one. Three, ancora di più. Per contrastare il calo demografico, l’anno scorso il governo di Pechino ha dato il via libera al terzo figlio: ma sono sempre meno le coppie cinesi che decidono di sposarsi e mettere su famiglia. O, almeno, di crearne una numerosa. È l’allarme lanciato dalla Commissione nazionale di sanità: importante l’impatto del Covid, che insieme agli alti costi dell’istruzione dei figli sta contribuendo al calo dei tassi di matrimonio e natalità del Paese.
Cina, i motivi della crisi demografica
Molte donne cinesi, spiega la Commissione, stanno continuando a ritardare i loro piani per sposarsi o avere figli, aggiungendo poi che i rapidi sviluppi economici e sociali hanno portato a «profondi cambiamenti». Sono sempre di più, per esempio, i giovani che dalle aree rurali si trasferiscono nei grandi centri urbani: per loro, la vita da single tra studi e lavori stressanti va avanti più a lungo rispetto al passato. E poi c’è stato e c’è ancora il Covid, per il quale la Cina sta adottando la politica della tolleranza zero: i metodi con cui le autorità cercano di reprimere tempestivamente qualsiasi focolaio, con controlli rigorosi sulla vita delle persone, potrebbe aver causato danni profondi e duraturi al loro desiderio di avere figli.

Nel 2022 nascite ai minimi storici nella Repubblica Popolare
Le nuove nascite in Cina dovrebbero scendere ai minimi storici nel 2022, affermano i demografi: sotto la soglia dei 10 milioni, a fronte dei 10,6 milioni di bambini nati nel 2021, anno che ha già fatto registrare un -11,5 per cento rispetto a quello precedente, caratterizzato dallo scoppio della pandemia di Covid. L’Ocse considera necessario per una popolazione stabile un tasso di fertilità di 2,1: l’anno scorso in Cina si è fermato a 1,16, attestandosi agli stessi livelli di economie sviluppate come Giappone e l’Italia, in cui appunto la crisi demografica è cosa appurata. Proprio per contrastarla, recentemente il governo ha introdotto recentemente agevolazioni fiscali, congedo di maternità più lungo, sussidi per l’alloggio e denaro extra per un terzo figlio, che è concesso alle coppie cinesi dal 2021.
L’anno scorso il via libera al terzo figlio
Crollo demografico e invecchiamento della popolazione hanno spinto nel 2021 l’ufficio politico del Partito comunista, guidato dal presidente Xi Jinping, ad autorizzare le coppie ad avere tre figli. Lo Stato, secondo le nuove disposizioni, «promuove il matrimonio e il parto all’età giusta, l’assistenza pre-natale e post-natale», permettendo adesso alle famiglie di allargarsi fino a cinque componenti in totale. Dall’anno scorso, i genitori con un terzo figlio non devono più pagare una multa e il bambino in questione non deve più affrontare restrizioni per ottenere un permesso di registrazione familiare (noto come “hukou”) o un posto nelle scuole, né rappresentare un peso sulla richiesta di occupazione dei genitori.

Dalla politica del figlio unico al limite alzato a due nel 2016
I dati del censimento decennale al 2020 aveva mostrato una popolazione di 1,411 miliardi, ma cresciuta al tasso più lento dagli Anni Cinquanta, facendo salire i timori su una Cina proiettata verso un generale invecchiamento della popolazione prima di essere diventata ricca: rispetto al 2010 la popolazione in età da lavoro è calata del 7 per cento: meno contribuenti e più pensionati mantenuti dallo Stato. Colpa, indubbiamente, della politica del figlio unico, attuata dal governo cinese nell’ambito della pianificazione familiare per contrastare (ironia della sorte) il fortissimo incremento demografico del Paese.

Dal 1979 al 2016 nella Repubblica Popolare era vietato mettere al mondo più di un figlio, con pochissime eccezioni. L’idea di Deng Xiaoping era che, con meno figli, a ogni cittadino sarebbero state distribuite più risorse. Una legge draconiana, che ha portato a 14 milioni di aborti forzati all’anno, circa un quarto di tutte le interruzione di gravidanza praticate al mondo. Questo nonostante la distribuzione di metodi contraccettivi e la promozione dei matrimoni tardivi. Nel gennaio 2016, Pechino aveva ufficialmente abolito l’ultratrentennale politica di controllo delle nascite alzando il limite a due, insufficiente però a favorire una svolta, a causa del costo della vita sempre più alto. A distanza di un lustro, il passaggio a tre figli.
Cina, il finale modificato dell’ultimo film dei Minions
Per invogliare i cinesi a fare figli, Pechino le sta tentando tutte. Al di là dei vari incentivi, punta anche sul grande schermo. Il finale di Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo, ultimo episodio della saga di animazione Cattivissimo me, è stato infatti riveduto e corretto dalla censura: nei cinema della Repubblica Popolare, Willy Krudo viene arrestato e rinchiuso in carcere dopo una rapina fallita, mentre Gru torna dalla sua famiglia a fare il padre amorevole delle sue tre figlie, il suo più grande successo nella vita. Un chiaro modo per dire ai genitori in sala, insieme ai loro bambini, che è questa la strada giusta.