La Cina fa un passo in avanti verso la cosmesi cruelty free. Lo scorso primo maggio, infatti, il governo di Pechino ha vietato i test sugli animali (prima obbligatori per legge) su buona parte dei prodotti disponibili sul mercato. Come riportato da Dazed&Confused, la decisione, anticipata già a marzo, segna una svolta importante per un Paese nel quale il beauty è uno dei settori economici di punta (con guadagni che superano i 4 miliardi di dollari). E che, in questo modo, riuscirà a sbloccare le importazioni di diverse compagnie cruelty free internazionali, fino a oggi scoraggiate dalle tasse richieste per lo svolgimento dei test sui prodotti. La misura, però, presenta dei limiti. Il ban, infatti, non abbraccia indistintamente tutti i cosmetici in commercio: rimangono esclusi quelli definiti “speciali” come le tinture per i capelli e i solari. Ma non finisce qui: le aziende dovranno, infatti, affrontare un iter tutt’altro che semplice per soddisfare i requisiti fissati dal governo e utili a ottenere l’esenzione. Nel caso in cui non li rispettassero, sarebbero costretti a ritornare ai metodi tradizionali. «Come i consumatori, anche noi pensiamo non ci sia più alcuna giustificazione alle torture a cui sono sottoposti gli animali nell’industria cosmetica», ha spiegato la dottoressa Penny Hawkins, responsabile del dipartimento scientifico della Royal Society for the prevention of cruelty to animals. «Accogliamo a braccia aperte questo segnale positivo dalla Cina ma la strada da fare per sostituire i test sugli animali con alternative che coinvolgano gli umani è ancora molto lunga».